Cronistoria della parrocchia di San Giacomo di Lorenzatico - 1920

La mattina del 26 gennaio 1920, dopo alcuni giorni di letto (aveva celebrato l’ultima volta il 10), rendeva lo spirito al Creatore, munito di tutti i sacramenti e dell’assistenza del sacerdote, don Didimo Bortolotti, parroco di questa chiesa dal 25 luglio 1857, in età di 91 anni presso a compiersi, essendo nato ai Ronchi di Mezzolara il 28 aprile 1829. Mite d’animo, di cuore generosissimo, affabile, di tenace memoria, caro a tutti, mai sentito mormorare, di fede vivissima, pronto al perdono, nel suo lunghissimo (62 anni e mezzo) governo spirituale assistette a vicende varie, or tristi or liete, con animo imperturbato. Di robustissima fibra, leggeva ad occhio nudo, e ciò fino agli ultimi giorni; mai usò del medico e medicine, e la sua morte fu determinata unicamente da tabe senile. Al trasporto, e così pure all’uffizio solenne (il trasporto avvenne la sera del 27 e l’uffizio il 28) concorse unanime il popolo di Lorenzatico a tributare al padre buono onoranze cristiane. L’uffizio fu di 17 Messe, con apparato della chiesa. La sua salma venne inumata nel sepolcro dei sacerdoti nel locale a cornu epistolae della cappella del cimitero, accanto a quella de’ suoi cappellani, morti in giovanissima età, don Germano Rizzi e don Pietro Bovina. Fu murata una lapide colla seguente iscrizione, dettata dal canonico Domenico Dalmonte, parroco di San Michele di Bagno, suo confessore ordinario: "Qui riposa nella pace di Cristo/ la salma benedetta del sacerdote/ Don Didimo Bortolotti/ parroco per 63 anni/ di S. Giacomo di Lorenzatico/ Visse e morì povero/ per impulso di affettuosa generosità/ Nacque ai Ronchi di Mezzolara/ il 28 aprile 1829/ Morì in Lorenzatico/ il 26 gennaio 1920/ fra il generale compianto".
Mentre alle spese pei funebri (casse di legno e di zinco, uffizio, ecc.) provvide di proprio il viceparroco, i parrocchiani curarono il solenne uffizio di trigesima, che si tenne il 26 febbraio, con apparato della chiesa e n. 10 Messe. Si raccolsero £. 262,80; se ne spesero £. 194,60; l’avanzo venne destinato a concorrere alla spesa della lapide soprascritta, fatta mettere dall’erede Bussolari Lucido.
Il 9 febbraio la Congregazione di Carità, vulgo "pretina" di San Giovanni in Persiceto, della quale il compianto parroco faceva parte dal 18 maggio 1858, aveva celebrato nella nostra chiesa l’uffizio funebre stabilito dagli statuti, al quale intervennero i fedeli in buon numero. I confratelli finito l’ufficio si assisero a modesta refezione, cui provvide il viceparroco.

La domenica 29 febbraio 1920, seconda di quaresima, ebbe luogo la visita pastorale da parte del cardinale Giorgio Gusmini, il quale fu molto buono, e prese atto con paterna indulgenza delle miserevoli condizioni della nostra chiesa e di quanto la riguarda, consigliando di provvedere a radicali restauri, e di cominciare a fare prima che a sollecitare il concorso dei parrocchiani. A questo proposito prese atto, ringraziando pubblicamente, del proposito dei nuovi proprietari i fratelli Pietro e Giuseppe Zucchi di passare alla chiesa parrocchiale l’importo dell’indennizzo concesso dal genio civile per l’or ora demolito oratorio della B.V. Lauretana al ponte di Loreto per far posto al rinforzo dell’argine, proposito non mantenuto. Accolse ancora una commissione della località Tassinara, sollecitante la celebrazione di una S. Messa festiva in quell’oratorio (che però ebbe esito negativo). Fece obbligo di erigere la confraternita del Santissimo Sacramento.

Nel 1920 il principe Antonio d’Orléans, duca di Montpensier, alienò i beni costituenti il ducato di Galliera. La tenuta Lorenzatico, che ne faceva parte, fu acquistata dai già affittuari della medesima, Pietro e ing. Giuseppe fratelli Zucchi, i quali nell’atto di acquisto dichiararono di rinunziare al patronato della chiesa, giuspatronato che perciò decadde. Deo gratias! A proposito del quale non sarà inutile ricordare i vari trapassi di esso, come risultano dall’archivio arcivescovile, dal quale furono desunti, e che trovansi a capo dell’elenco dei parroci della nostra chiesa.

"Lorenzatico - San Giacomo - parrocchia primitiva, ora di libera collazione, anticamente dei parrocchiani. Il 15 marzo 1494 dal vicario generale Bartolomeo Dalla Rovere fu concesso a Lorenzo Gozzadini propter reedificationem, e confermato l’11 agosto 1496 a rogito Grassi il patronato di questa chiesa. Per testamento Gozzadini 24 maggio 1624 furono eredi i conti Bonfiglioli di Bologna. Dai conti Bonfiglioli nel 1851 ereditarono il giuspatronato i conti Malvezzi Campeggi. Nel 1857 la tenuta Lorenzatico fu dai detti venduta al marchese Raffaele De Ferrari di Genova e duca di Galliera bolognese, cui passò il giuspatronato di questa chiesa, e dal quale nell’anno stesso venne nominato il parroco don Didimo Bortolotti. Nel 1877 per la morte del suddetto marchese De Ferrari ebbe luogo il passaggio del giuspatronato al duca di Montpensier, della famiglia d’Orléans,che lo tenne fino al 1920, in cui, per la vendita di tutti i beni costituenti il ducato di Galliera, nonchè del celebre palazzo in Bologna, il giuspatronato ebbe fine, avendo i nuovi proprietari rinunziato".

Prima di addivenire alla narrazione della demolizione dell’oratorio della B.V. Lauretana al ponte di Loreto, si pensa ben fatto trascrivere alcuni documenti da manoscritti esistenti in questo archivio, a cominciare dalla sua erezione.
a) "Anno 1676 - lì 18 ottobre D.ca p. P.S. Lucca. Ieri fu eretta la croce esistente sopra l’oratorio, ovvero Santa Casa di Loreto che di presente si fabbrica dal padre Oratio M. Bonfioli, preposito della congregatione di Fano nel medesimo disegno che è la Santa Casa di Loreto, quale oratorio e S. Casa è posta nel comune di Lorenzatico territorio di questa terra nella parrocchia di San Giacomo in capo alla Fiumana di Bonfioli vicino alla Samoggia Fiume. D. f. 5 giorno della translat. della Santa Casa in Italia. Fu ieri benedetto l’oratorio o chiesa dedicata alla B.V. di Loreto posta come sopra e nominata 18 ottobre. Nel suddetto oratorio si celebrarono buon numero di Messe e con grandissimo concorso di popolo, quale durò tutto il suddetto giorno facendosi festa solennissima e con Messa cantata. La prima Messa fu celebrata da don Giovanni Battista Puppini rettore di San Giacomo in Lorenzatico". In calce è scritto: "Questa memoria fu trovata (dopo ricerca di molti anni e nell’archivio di Bagno, e del Martignone, di Nonantola e poscia nell’archivio del vescovado per le parrocchie di Bologna, ma sempre indarno) ma finalmente pochi giorni prima della morte del fu don Santini arciprete di Persiceto; nel riordinare le vacchette canonicali da esso arciprete fu letta la predetta annotazione in una vacchetta dei canonici della collegiata di Persiceto e fatta leggere al sottoscritto parroco: se non che nella morte repentina di esso arciprete, non si potè più rinvenire detta vacchetta, quando l’attuale cappellano di Lorenzatico don Ferdinando Scagliarini, mansionario della medesima collegiata, conoscendo questa ricerca e la circostanza del defunto arciprete, tornò a rovistare le vacchette in discorso, e trovò la memoria ricercata nella vacchetta n. 18 segnata obblighi di Messe del capitolo: quindi li 14 giugno 1882 da me sottoscritto ad litteram fedelmente desunta. Don Didimo Bortolotti, parroco attuale di Lorenzatico".
b) Il giorno 14 giugno 1877 il nuovo compadrone don Antonio Maria Filippo Luigi dei principi d’Orléans duca di Montpensier. fece visita a questa sacra cappella lauretana e di poi unitamente al suo segretario particolare ed al suo mandatario rappresentante in Bologna comm. cav. don Augusto Bordoni, si recò alla chiesa parrocchiale fermandosi eziandio per un’ora in canonica. Il giorno 27 maggio 1878 ricordevole per la visita che nelle ore pomeridiane fu fatta a questa sacra cappella da tutta la reale famiglia del compadrone duca Montpensier, cioè il duca suddetto, la di lui consorte infanta donna Maria Luisa di Spagna, la figlia infanta donna Cristina, il figlio duca don Antonio; accompagnati dal principe di Coburgo e consorte principessa Montpensier, col giovine principe lor figlio, ai quali faceva seguito il comm. don Esquivel mandatario generale del duca Montpensier, ed il signor Roffi rappresentante Montpensier nei beni d’Italia, e dopo la visita della sacra immagine di Loreto, tutta la famiglia reale con somma affabilità, gentilezza e cortesia, degnavasi di ammetter pure ospite l’odierno parroco, fermossi circa un’ora nel lor palazzo Ca’ Rossa in casa dell’affittuario Filippo Zucchi.
c) Funzioni che nell’anno vengono praticate nella chiesa di Loreto, e sempre ab antiquo considerate da questi abitanti di Lorenzatico siccome funzioni parrocchiali:
1°, Nel giorno di Pasqua, anche con intemperie di stagione, una visita solenne processionalmente di tutto il popolo con tutta la pompa possibile cristiana e con segni di verace devozione, ed accompagnamento della Confraternita del Santissimo e clero in indumenti solenni recitando in coro le litanie lauretane nell’andare e le laudi della B.V. nel ritorno, alla qual funzione dà fondamento l’antichissima tradizione conservata in tutte queste famiglie che cioè prima del 1700 questa venerata immagine della B.V. di Loreto fosse con solenne processione trasportata nella collegiata di Persiceto per implorare colla intercessione della Madre del Figliuolo di Dio la liberazione dal flagello della peste devastatrice in questa località, e quindi voto popolare della su menzionata visita nel dì di Pasqua.
2°, Da più di 100 anni e fino al presente, nel mese di maggio, recita ogni sera al calar del sole del santissimo Rosario, con molta frequenza di tutte le famiglie della parrocchia solennizzandosi il primo e l’ultimo giorno di esso mese.
3°, Un triduo prima del giorno d’ognissanti con moltissima frequenza di popolo anche dalle altre parrocchie confinanti, cominciato nel 1855, perchè del non esser succeduto in questa parrocchia di Lorenzatico caso alcuno di colera fu da tutte queste famiglie ritenuto grazia e protezione speciale di Maria Santissima per le divote visite fatte a questa chiesa col titolo di Casa di Loreto, adorando il mistero della Divina Incarnazione nella Santa Casa della Vergine operato, e perdura di padre in figlio questo sentimento di cattolica fede.
4°, Funzione delle rogazioni minori nel giorno dell’Ascensione di ogni anno, fermandosi in detta chiesa la parrocchiale processione, colla celebrazione della S. Messa e implorando coll’intercessione di Maria Santissima la benedizione delle campagne, retrocedendo poscia nel dopo pranzo alla chiesa parrocchiale di San Giacomo.
5°, Per munificenza e pietà dell’attuale compadrone di essa chiesa di Loreto viene ogni anno nel giorno dieci dicembre solennizzata la festa della traslazione della Santa Casa di Loreto con buon numero di messe, sacri solenni vespri, benedizione col Santissimo, e tal funzione fu sempre fatta anche dagli antecessori compadroni fino dall’erezione di questa chiesa e tramandato alla fede di questi abitanti la memoria di un voto popolare fatto dagli antichi loro padri, onde questa giornata viene santificata astenendosi eziandio dai servili lavori.
6°, Due tridui praticati nel corso d’ogni anno dai possidenti domiciliati in questa parrocchia, con invito al popolo di concorrere ad implorare dal Signore Iddio la benedizione sulle loro campagne e ringraziarLo dei benefizi ricevuti per mezzo dell’intercessione di Maria Santissima venerata sotto il titolo della Santa Casa di Loreto.
7°, Celebrazione della S.Messa, offerta da moltissimi devoti nel corso dell’anno, massime in qualunque tribolazione abbia a gravarsi sulle famiglie di questa parrocchia, affidate per somma grazia dell’Altissimo al celeste patrocinio di Maria Santissima di Loreto: specialmente per quanto riguarda le malattie dei fanciulli lattanti, i quali vengono per tre continuati sabati portati dalle madri loro davanti alla sacra venerata immagine della B.V. di Loreto, al cui altare ogni sabato non impedito da altre funzioni è sempre stata pia costumanza de’ parrochi di Lorenzatico celebrare la S.Messa; ed i voti molti, benchè umili, appesi alla Sacra Immagine e le spesse offerte di cera al sacro suo altare fan testimonianza della fede di questi abitanti e delle moltissime grazie ricevute.
8°, Ad accrescere poi vieppiù la fede, la pietà, la devozione verso la gran Madre di Dio nel cuore di questi abitanti fu la chiesina di Loreto nella circostanza delle ultime sacre visite pastorali arricchita d’indulgenza per ogni visita alla chiesa suddetta e recita delle sacre litanie lauretane, confermata pure personalmente dentro questo sacro tempio dal card. Parocchi; ed in ogni pastorale visita fu sempre il suddetto oratorio dai nobili compadroni abbellito e restaurato.
In fede di che per la verità don Didimo Bortolotti parroco.
Li 25 maggio 1885".
A proposito dell’indulgenza di cui in calce al documento precedente al n. 8º, si trascrive qui il cartello annunziante la medesima e che era esposto nell’oratorio stesso: "Indulgenza di 100 giorni acquisterà chiunque tante volte quante visitando questa chiesa della B.V. di Loreto reciterà le litanie lauretane: conceduta dal card. arcivescovo Parocchi nella sacra visita pastorale fatta personalmente in questo sacro oratorio lì 12 agosto 1878: e confermata nei decreti di essa li 21 ottobre 1878: conservati in questo archivio parrocchiale".
Annotazione che fa seguito all’antica annotazione sopra la chiesina di Loreto sotto il titolo di Santa Casa di Loreto, posta nella parrocchia di San Giacomo in Lorenzatico, sotto il plebanato di San Giovanni in Persiceto:
"La detta Chiesa della famiglia nobile di Bologna Bonfiglioli passò per eredità ai nobili conti marchesi Malvezzi, ora Bonfiglioli, i quali ne tennero il giuspatronato di essa, come furono i compadroni della chiesa parrocchiale fino all’anno 1857, nel quale la tenuta di Lorenzatico di loro padronanza fu venduta al marchese Raffaele De Ferrari di Genova, duca di Galliera bolognese, al quale per giudicato di Viale Prelà card. arcivescovo di Bologna, fu dichiarato spettare pure il giuspatronato della parrocchiale chiesa e nomina del parroco, come infatti il sottoscritto odierno parroco fu nel 1857 nominato dal mandatario ducale Guglielmo Berti e presentato per convenzione fra le parti al vicariato del suddetto dai sullodati marchesi Carlo ed Emilio davanti a mons. vicario Svegliati, di che si conserveranno agli atti della curia vescovile, e forse pure nell’archivio dell’amministrazione duca De Ferrari i documenti riferentesi tanto al giudicato del giuspatronato quanto alla nomina del sottoscritto parroco, il primo e l’ultimo nominato dal sopradetto duca di Galliera. Nella vendita del sopranominato tenimento di Lorenzatico fu dichiarato dagli alienanti che l’oratorio ovvero chiesa della Santa Casa di Loreto era sempre stata mantenuta ed officiata per devozione dai possidenti compadroni, facendo preghiera e voto che dal nuovo compadrone acquirente fosse perdurato: ed infatti il sottoscritto attuale parroco con tutta consolazione dichiara tale pietà essere sempre stata praticata e voluta dalla rispettabilissima amministrazione e mandatario sopranominato. Anzi nel 1858 in circostanza di visita pastorale del Viale Prelà, oltre un buon restauro e bello per quanto poteva effettuarsi nella antica fabbrica della chiesa parrocchiale, fu pure effettuato restauro e pulitezza all’oratorio di Loreto: in seguito ancora dal mandatario Berti furono dati ordini di praticare con molta sodezzza, come si fece, parte del muro di recinto all’ottagono di porticato della chiesa di Loreto, basato al piede dell’argine del torrente Samoggia. Di più poi essendo mandatario ducale il comm. cav. prof. Augusto Bordoni, nipote del sig. Berti, nel 1874 in circostanza d’altra visita pastorale fatta dal card. arciv. Morichini, oltre pure amplo riattamento al campanile parrocchiale, e pulitezza esterna della chiesa parrocchiale, fu eziandio attivata intonacatura e pulitezza esterna dell’oratorio in discorso. Sopra di che è da notarsi che per l’interno dell’oratorio medesimo si è sempre cercato di conservare l’intonaco greggio, perchè somigliante e tale pure si è quello nella vera Santa Casa del Piceno. Così pure si seguita a notare che fu praticata annualmente la corrispondenza volontaria ed a buon esempio di pietà per il mantenimento e per una conveniente e devota ufficiatura in esso oratorio, per tutto il tempo che ha perdurato la padronanza e amministrazione del duca De Ferrari, e cioè fino al 1877. Nel quale per la morte del detto duca passarono questi beni e per conseguenza il giuspatronato della chiesa parrocchiale di San Giacomo in Lorenzatico al duca Montpensier della famiglia d’Orléans, il quale tuttora ne è in possesso: quindi si seguitano le stesse consuetudini per risguardo alla corrispondenza di cera annuale, mantenimento delle funzioni e corrisposta per l’ufficiatura di essa padronale cappella Loreto, la quale nel 1877 fu visitata dall’istesso sig. duca Montpensier, accompagnato dal suo ministro e segretario particolare commend. Esquivel, unitamente al mandatario suo in Italia prof. Bordoni. Nel 1878 fu pure una seconda volta visitata la suddetta cappella dal sig. duca, accompagnato dalla sua famiglia intera: duchessa, principe figlio e figlia principessa, a lui facevano seguito la sorella del duca e marito di questa e con un loro figlio, ed il segretario ministro della casa reale Montpensier Esqivel surriferito, nonchè il mandatario per i beni d’Italia in allora Roffi Filippo. In questo anno ancora è da notarsi che nella pastoral visita quivi effettuata dal card. Parocchi arcivescovo di Bologna, ospitato nel palazzo padronale Montpensier, e ricevuto personalmente dal suo rappresentante Roffi, la cappella della Santa Casa di Loreto fu riattata e pulita totalmente all’esterno, e dal card. arcivescovo suddetto fu donato di una particolare indulgenza. Per ultimo poi si rammemora che tuttora seguitasi nello stesso intendimento sopraccennato riguardo le funzioni in essa santa cappella, come ogni anno viene soddisfatto per ordine della sullodata amministrazione, la quale attualmente ne ha addossato l’incarico all’affittuario de’ beni di Lorenzatico ora Filippo Zucchi ivi nel palazzo padronale domiciliato. Li 14 novembre 1882. Massumatico - Bortolotti don Didimo parroco di Lorenzatico scrisse pro-memoria.

P.S.
Il mantenimento e corrisposta per ufficiatura del mese di maggio e triduo prima de’ Santi, e festa del 10 dicembre; e visita popolare di tutta la parrocchia nel giorno di Pasqua, dell’Ascensione, ed ogni tre anni nel dì Corpus Domini: mantenimento annuale cera, lire venti il dieci dicembre, il che si paga dal'affittuario lire quarantotto per ufficiatura e funzioni che si pagano annualmente dall’amministrazione".

Eccellenza reverendissima,
Il sottoscritto parroco, a nome ancora di tutti i suoi parrocchiani, supplica fervidamente l’E.V. Rev.ma del validissimo suo impegno presso la reale altezza sig. duca Montpensier, onde la chiesa di S. Maria di Loreto cappella pubblica padronale della prefata Altezza, sita in questa parrocchia di Lorenzatico, venga ripristinata con fabbrica di uguale costruzione dell’attuale, ed in località separata dalla chiesa parrocchiale.
Nella amarezza d’animo che colpisce il sottoscritto e tutti i suoi parrocchiani, nella circostanza dell’atterramento di esso sacro monumento, per supreme ragioni d’espropriazione alla V. E. già note: bene confida il patente unitamente a questo popolo nella bontà e sommo appoggio dell’E. V. che un tanto religioso desiderio venga coronato di felice effetto.
A tale scopo il sottoscritto unisce alla presente i documenti, nonchè l’istanza firmata dalle famiglie di questa parrocchia e da molti devoti del d’intorno, che possono giovare al divoto fine, pregando grandemente la benignità di V. E. a perorare presso l’animo bennato del sig. duca, a tale preghiera presentata al medesimo dall’E.V. Rev.ma porge il patente e suoi amministrati tutta fiduciosa speranza di essere esauditi.
Col più profondo ossequio passa il sottoscritto al bacio del sacro anello rassegnandosi dell’E.V. Rev.ma
dev.mo servo
don Bortolotti Didimo
parroco di Lorenzatico

lì 25 maggio 1885

A S. E. Rev.ma
mons. Francesco Battaglini
Arcivescovo degnissimo della città
e archidiocesi di Bologna

A sua altezza dei principi d’Orléans
signor duca di Montpensier

Serenissimo principe,
A vostra altezza è noto come, per ragioni di utilità, verrà fra non molto con pubblico lotto dichiarata la costruzione di un ponte sul torrente Samoggia, cui va annesso l’atteramento della chiesa padronale col titolo di Santa Casa di Loreto, proprietà di v.a. che fra gli estesi suoi italici dominii è eretta al pubblico e cattolico culto nel comune di San Giovanni in Persiceto, tenuta e parrocchia di San Giacomo di Lorenzatico, pure di giuspatronato di V.A., la qual chiesa venne or son tre anni benignamente visitata dall’A.V. unitamente alla sua principesca famiglia.
Altezza !
Da ormai tre secoli questo sacro edificio per l’antica e sacra Immagine ivi venerata, per la tradizione religiosa di famiglia in famiglia in queste terre fu sempre fino al presente monumento della fede, della pietà, della moralità di questi abitanti, la maggior parte dipendenti dal dominio e padronanza di V.A.
La conoscenza certa d’essere questo piccolo tempio, somigliantissimo nella struttura alla Santa Casa di Loreto nel Piceno: i voti offerti alla sacra Immagine attestanti il patrocinio della Madre del Figliuolo di Dio a questi devoti e le molte grazie loro compartite: nonchè il pensiero non mai abbastanza lodato, cristiano e santo, di tutti i nobili compadroni fino al presente per la bontà e munificenza vostra nel procurare la venerazione della Madre Divina in questa sacra padronale cappella, sono stati e sono fino ad oggi pure fondamento di religione e di fede nel cuore di questi abitanti.
Amareggiati quindi profondamente , sia tutte queste famiglie, sia tutti i sottoscritti,della perdita di cui sopra, che verrà loro fatta in seguito all’espropiazione, perchè saranno privati di quella Santa Casa, che ricorda ai fedeli il grandissimo mistero della Divina Incarnazione ed ove tante volte inalzarono fin dall’antica erezione una preghiera, tramandando così di figlio in figlio la religione degli avi loro, onde ringraziare Iddio dei benefizi ricevuti mercè l’intercessione di una tanto Avvocata, ricorrono fiduciosi, e nell’unica speranza che loro rimane alla bontà e munificenza dell’Altezza Vostra, la quale solo può consolarli nella presente amarezza, col voler degnarsi di abbassare gli ordini per rifabbricare e ripristinare l’atterranda chiesa nella struttura somigliante all’antica, per eternare la santa tradizione de’ padri loro e conservare nel cuore di questi abitanti la perseveranza ai santi e soavi sentimenti del cristiano.
In tale confortevole speranza i ricorrenti uniscono in allegati copia delle antiche memorie conservate nel parrocchiale archivio, onde porgere all’A.V. maggior chiarezza e conferma dell’esposto.
Presentando quest’umile preghiera a V.A. a mezzo del venerato superiore ecclesiastico di questa archidiocesi nutrono i sottoscritti tutta fiducia, anzi morale certezza di andare dalla grandezza e munificenza vostra benignamente esauditi.
Coi più profondi ossequi passano a raffermarsi

Specchio generale delle offerte e delle spese per la festività e funzione in onore della B.V. di Loreto Ricordando il sesto centenario della Santa Casa di Nazaret in Loreto

Questa nostra sacra immagine fu pure trasportata alla nostra parrocchia anche il 3-4 ottobre 1886 avendo ottenuto la grazia tanto implorata da tutti i parrocchiani che in costruzione del nuovo ponte della Samoggia non andasse atterrata la chiesina costrutta nel 1630 (questa data è errata, e fu causa di avere fatto le feste trecentenarie della edificazione dell’oratorio nel 1931) dal vescovo preposto padre Bonfiglioli Ottavio in Orvieto proprietario di questa tenuta ora principe d’Orléans Montpensier, al quale fu lasciata dal duca De Ferrari, che l’acquistò nel 1856 dal marchese Carlo Malvezzi Bonfiglioli.
Pro-memoria

D. Didimo Bortolotti parroco attuale primo nominato dall’antecedente padrone e compadrone duca De Ferrari acquirente dai marchesi Malvezzi Bonfiglioli di Bologna.
Il duca De Ferrari a mezzo del suo mandatario Guglielmo Berti fece la nomina del suddetto parroco nella festa Pentecoste, e la seconda festa detta fu fatta la presentazione davanti a mons. vicario Svegliati d’ordine del card. Viale Prelà.
La presentazione fu fatta dai fratelli marchesi Carlo ed Emilio Malvezzi d’intelligenza col suddetto mandatario De Ferrari.

Da vari anni era in progetto il rinforzamento degli argini del torrente Samoggia, reso necessario dal pericolo di rottura, essendosi elevato in corso di tempo il letto pel continuo afflusso di relitti e di melma nel corso delle piene. Questi importanti e dispendiosi lavori, resi impossibili a causa della grande guerra (1914-1918), cui prese parte pure la nostra Italia il 24 maggio 1915, furono incominciati nel 1919: consistevano essi nell’innalzamento degli argini, che dovevano perciò essere rinforzati alla base; il che portò alla occupazione di parte del terreno attiguo per la costruzione della nuova base o banchina, che venne ad occupare la strada, e questa ad essere costruita più in fuori; e questo da ambe le parti del torrente. Giunti che si fu all’oratorio di Loreto, fu giocoforza pensare al da farsi: fu dapprima ventilato il progetto di conservarlo (com’era desiderio vivissimo di tutti), ma, mentre ciò avrebbe ancor più danneggiato il sacro edifizio, già in preda all’umidità dalla parte posteriore in causa di un precedente allargamento dell’argine che vi era addossato, intervenne il parere contrario del genio civile, il quale decise la demolizione dell’oratorio, perchè, disse, il lavoro altrimenti avrebbe lasciato a desiderare non poco quanto alla sicurezza in quel punto. Le insistenze per la conservazione furono lunghe e molte, ma inutili: nel dicembre 1919 si incominciò la demolizione del caro oratorio e alla fine di gennaio 1920 non ne rimase che il ricordo: eretto nel 1676, vi convenivano, il sabato specialmente e nelle speciali funzioni che vi si celebravano, a venerare la Vergine Lauretana per impetrare grazie; le mamme vi portavano i loro pargoli. Si sperava che i nuovi proprietari avrebbero provveduto alla ricostruzione di esso, ma la forte spesa necessaria fece cadere la speranza.
L’oratorio era di forma ottagonale, con portico, che circondava la cappella, questa identica, lo affermava anche il parroco don Didimo Bortolotti, alla Santa Casa di Loreto. Era una costruzione solidissima, e i demolitori dovettero lavorare non poco per averne ragione. Il materiale utilizzato servì per vari lavori, eseguiti in seguito nei fabbricati della tenuta Lorenzatico, ed anche pei nuovi porcili del palazzo Ca’ Rossa!
Al caro oratorio va ora con santa nostalgia il nostro pensiero memore e divoto. La venerata statua della Madonna Lauretana "di molto antica fattura" ora accoglie le preghiere e i voti nella nostra chiesa parrocchiale, dove fu trasportata il 16 aprile 1917, dopo il crollo della volta del suo oratorio (19 marzo).

In seguito ad esame, felicemente don Enrico Donati è stato nominato parroco di questa chiesa, dove fin dal 6 ottobre 1915 esercitava l’ufficio di vice parroco, con bolla del 2 luglio 1920. Il suono a distesa delle campane ne ha dato l’annuncio alla parrocchia. In data 11 agosto è stato concesso l’exequatur alla sua nomina; mentre il 25 luglio ha celebrato il decimo anniversario della prima messa, celebrata all’altare della Madonna di S. Luca il 25 luglio 1910, essendo stato ordinato il 24 detto per le mani di mons. Giacomo Della Chiesa, arcivescovo di Bologna in quella metropolitana. Il Santo Padre Benedetto XV, che lo ordinò (Giacomo Della Chiesa), ha benignamente aderito all’istanza del festeggiato, inviando l’apostolica benedizione a lui e parrocchiani. La quale benedizione è riuscita più gradita ancora pel fatto che durante la sua permanenza a Corticella in qualità di cappellano il già arcivescovo mons. Giacomo Della Chiesa lo ha prediletto.
E il 10 dicembre 1920, festa della traslazione della Santa Casa, prese possesso solenne della parrocchia il suddetto don Enrico Donati, il quale, già cappellano a Corticella dal luglio 1910, di là era stato mandato in questa parrocchia, dove giunse la sera del 6 ottobre 1915 in qualità di viceparroco, in aiuto a don Didimo Bortolotti ormai impotente. Circondato dai colleghi (in numero di 17) e da tutta la popolazione festante, venne immesso nel possesso canonico dal delegato arcivescovile mons. Dionigio Casaroli, arciprete vicario foraneo di S. Giovanni in Persiceto, il quale ebbe parole augurali pel festeggiato, da lui circondato già di ogni benevolenza, specialmente durante i 30 mesi di vita militare nella grande guerra. Al termine delle cerimonie di immissione in possesso e prima della messa in canto egli tenne un commosso discorso, poi accolse a modesta mensa i benefattori, amici e colleghi.
I parrocchiani concorsero alle spese della festa, offrendo complessivamente £. 580.50, che furono così distribuite: offerte al neoparroco per la Santa Messa £. 100; apparato della chiesa £. 80; dono di un servizio per caffè £. 180; dono della stola parrocchiale £. 220.50. La famiglia Zucchi, proprietaria della tenuta Lorenzatico, donò un prezioso rocchetto a pizzo filet, grettato. Sua Santità Benedetto XV, che l’ebbe carissimo allorchè era arcivescovo della nostra Bologna, gli inviò l’apostolica benedizione, promessa a garanzia di celesti favori.

Nel 1920 il nuovo parroco fece eseguire lavori vari nel fabbricato del podere Gazzo e in canonica, dove, fra l’altro, fu demolito il pietrinfoglio, che divideva il locale attiguo al corridoio che immette in chiesa, riducendolo a sala; fu chiuso l’uscio, che dalla piazza immetteva a detto corridoio, riducendolo a finestra; e inoltre, fu adattato ad uso studio-archivio il locale attiguo a detto corridoio finora adibito a bucateria, anzi da vari anni inservibile, ed al quale ora si accede dalla sala a mezzo di apertura allora praticata. La spesa complessiva per detti lavori fu di £. 2946.35.

Nel 1920 si sono celebrate per la prima volta, giusta il decreto arcivescovile, le solenni Quarant’ore, dette volgarmente Orazioni. Per la data si è approfittato della già ab immemorabili praticata "festa del ringraziamento", che si celebra il giorno 1 novembre, riservandolo a giorno di chiusura, e cominciando il 30 ottobre, con esposizione del Santissimo dal mattino alla sera il 30 e 31 e con chiusura colla solenne processione dopo la messa in canto delle 11 del giorno dei santi, ferma restando la funzione del pomeriggio di detto giorno colla predica del purgatorio e fervorino di ringraziamento per i raccolti al Salvumfac. Le Quarant’ore sono riuscite assai bene; si sono raccolte £. 344.35, mai raggiunte.