Il Sindaco comunista fa abbreviare le preghiere

    Due sono i protagonisti dell'episodio: un sindaco e una vigilatrice d'asilo. E se fra poco scriveremo il nome del sindaco omettendo naturalmente quello della vigilatrice lo facciamo persuasi di non minare la di lui posizione in seno al partito comunista. Che anzi la sua tattica verrà proposta in cellula all'affissione.
    La località dista circa sei chilometri da Bologna. Praticamente è quell’ampio anello di periferia incandescente che circonda la città dotta. Borgata Tripoli, si chiama, e fa parte sia del comune come della parrocchia di Casalecchio di Reno, anche se dista dal capoluogo un 1500 metri. La popolazione non supera le duemila persone.
    I connotati geografici basterebbero. Per completarli si aggiunga che poco prima dell’avvento al potere da parte del fascismo, a poca distanza da questa borgata, donne estremiste uccisero due guardie regie, ree unicamente di voler tutelare 1’ordine.
    Su questo panorama ecco un sindaco e una maestra d'asilo. Il sindaco è il comunista Ettore Cristoni di Casalecchio e la maestra è la signorina preposta alla vigilanza dell'Asilo comunale.
    La faccenda degli Asili mantenuti dall'Ente Comunale Assistenza unitamente ad un sussidio dello Stato è un problema non completamente noto nella sua amplitudine morale. Ma procediamo con 1’episodio. Ci servirà per le conclusioni che ci premono.
    II sindaco comunista visita spesso 1’asilo. Suo pieno diritto, sottolineiamo noi. Ma la continua presenza resta una tentazione perenne a farlo esorbitare dal semplice ruolo amministrativo in quello educativo e morale dove invece la persona tecnica sarebbe 1'ispettore scolastico. Ma si sa come avviene. L’ispettore ha una zona vasta ed è grazia s'egli si fa vedere una volta ogni semestre, mentre la visita del sindaco è molto più frequente.
    Una mattina il sindaco entrò dove la vigilatrice radunava i trenta bimbi per il solito programma scolastico. E, come è prescritto, ogni mattina si inizia con la preghiera, s’interrompe a mezzogiorno con un'altra preghiera per poi chiudere la sera con un ringraziamento a Dio. E’ programma scolastico, fra l'altro.
    «Mi sembra che siano troppe le preghiere che lei, signorina, fa recitare a questi bambini. Tre volte al giorno non le sembra un po' eccessivo? Direi che bastasse una volta sola».
    Una volta sola da quel giorno nell'Asilo della borgata Tripoli di Casalecchio di Reno si prega per non dispiacere al sindaco comunista Cristoni. Il quale sindaco comunista Cristoni un'altra mattina entrò nell'aula mentre la vigilatrice stava disegnando sulla lavagna la figura a stivale dell’Italia, aggiungendovi naturalmente quelle elementari nozioni affettive e romantiche che questa nostra Patria benedetta suscita nel cuore della maggioranza dei suoi figli. La cosa non dovette essere troppo gradita al sindaco il quale non interdì alla maestra di continuare, ma con una smorfia domandò seccato: «Ma che affare è quella cosa lì?». «E' l'Italia» rispose la maestra. E sul cuore molle dei trenta scolaretti resterà come ricordo una smorfia scettica del primo cittadino di Casalecchio.
    Siamo alla conclusione. Il problema degli Asili comunali passa inosservato mentre è delicatissimo.
    I sindaci si intromettono nell'ordinamento interno come in questo caso riportato. E fino a quando non hanno una vigilatrice secondo il loro stile, mettono in condizione di disagio la povera maestra, la quale, come spesso avviene, fa domanda di trasferimento. Come ognun vede la legge non è sbracatamente violata. E qui sta la nota più grave, secondo noi. Fino a quando il sindaco presenterà come candidata una iscritta all’UDI o all'ARI ed il provveditore dovrà ratificare la nomina. E allora le preghiere saranno ancora più raccorciate.

Casalecchio di Reno, agosto 1951.