Prefazione dell’editore

    La Casa editrice ABES aggiorna i lettori sul comunismo, affidando ai fatti ed ai documenti la prova della verità.
    I comunisti autentici, non bisogna mai dimenticarlo, si comportano sempre da comunisti, cioè pongono l'ideale sovietico e le esigenze della rivoluzione al disopra d’ogni formalità, non rifuggendo quando occorre anche dalle più paradossali alleanze.
    La presente pubblicazione prende origine da una importante pratica amministrativa promossa e sostenuta con ogni sforzo da una delle più note roccaforti comuniste, l'Amministrazione Comunale di Bologna. La pratica, per certe caratteristiche del suo svolgimento, ha già provocato l'intervento delle autorità giudiziaria e tutoria, ma intorno ad essa i comunisti sono riusciti ad ottenere uno stato di opinione pubblica che a voi sembra di indifferenza, anche non volendo parlare di congiura del silenzio.
    Senza entrare nel merito di ciò che deve costituire il terreno legittimo spettante alle autorità, ci è sembrato opportuno pubblicare alcuni documenti pubblici sulla questione, perché essi servono per i nostri scopi, indipendentemente da ogni possibile sviluppo che i fatti possono ancora ottenere.
    Il documentario che pubblichiamo ci permette infatti di constatare, con prove evidentissime, che esiste un rapporto molto intimo e profondo fra comunisti e capitalisti bolognesi; e che le loro forze, coalizzate per un innegabile cospicuo comune interesse, hanno potuto dare consistenza e sostegno a deliberazioni amministrative che giustamente, a nostro avviso, sono state pubblicamente denunciate come illegittime, perché basate su documenti invalidi, di cui uno persino incriminato di falso.
    C'è poi da meditare sopra l'assurdità dei risultati, che sono il contrario di quello che dichiaratamente si doveva ottenere: per eliminare una pericolosa strettoia dalla via Emilia, il previsto raddoppiamento dell'area stradale interessante tutti gli italiani si è concluso... con un restringimento! E ciò si verifica oggi, fra noi, al cospetto di uomini che si dicono liberi, con l'acquiescenza di ceti responsabili, e senza che la stampa trovi il tono e il mordente necessari per appassionare l'opinione pubblica.
    Ma i fatti sono fatti, e la verità, anche senza i mezzi più comuni della divulgazione, riesce a farsi strada. Una voce si è levata; ed è bene che i nostri lettori, la conoscano, perché ascoltandola si può seguire attentamente tutto il lavorio che è stato necessario ai comunisti per arrivare al risultato finora raggiunto; e in pari tempo, sempre ascoltando quella voce, ci si rende conto di, che fatica sia gravata l'opera di chi tenta opporsi con i mezzi legali, col solo sussidio del controllo e della critica, alla potenza dei comunisti e dei borghesi riuniti.
    Il nostro è un documentario senza commenti, perché riteniamo, come abbiamo detto, che questo sia il metodo più convincente.
    Agli intelligenti lettori non sembri vana la fatica di leggere argomenti necessariamente analitici e minuziosi: premio sarà la conoscenza della realtà dei fatti, cioè di una verità che per sé vale più d’ogni eloquenza a spiegarci come il comunismo bolognese si sorregga e perduri.