La politica nella vertenza

    Ogni qualvolta sono intervenuto per esprimere le mie critiche in questa annosa questione, mi sono sentito dire che facevo della speculazione politica, della propaganda elettorale e simili. Ho una mia personale opinione in fatto di interessi e di scandali dove il denaro gioca la parte di protagonista: credo che, di fronte all'interesse economico, possano trovarsi facilmente alleati uomini militanti sotto opposte bandiere, come pure possano trovarsi in dissidio uomini di uno stesso partito, e anche gli appartenenti ad una stessa famiglia.
    È una triste calamità umana. Perciò ho sempre cercato di evitare qualunque accenno a fatti che potessero in qualche modo provocare risentimenti e reazioni politiche. Ve lo dimostra il fatto che non ho mai indagato sul colore della tessera dei tanti personaggi coinvolti in questa faccenda. Del resto, mi sono visto schierati contro anche amici appartenenti alla mia stessa corrente, per cui io penso che sia ormai pacifico che la politica in questa causa non c’entra. Ecco perché soltanto oggi, in questo mio riepilogo dei fatti preminenti, e dovendo ritenere conclusa per ora la discussione, io mi permetto di fare un rilievo che ho sempre evitato e che non vorrei fosse interpretato in modo non conforme al mio intendimento. Trattasi di una constatazione che ho fatto nello studiare il comportamento degli Uffici comunali verso la Simpa: questa Società fin dalla sua origine ha, quale presidente del collegio dei sindaci, un ex consigliere comunale di maggioranza, il Dott. Amedeo Cazzola. Ora io apprezzo che il Dott. Cazzola abbia avuto il riguardo di non prendere parte alle discussioni del Consiglio quando era all'ordine del giorno la questione che interessa la Simpa; ma nell'assistere a un contratto così pieno di incognite e d'apparenti agevolazioni, come può non rilevarsi che l'una e l'altra parte hanno avuto per esponenti consiglieri della stessa maggioranza social comunista? E che dire per esempio di quel cambio di denominazione del primo tratto di via Lame, che ne io, né altri cittadini che ho interpellati, troviamo giustificato e che di fatto valorizza maggiormente i fabbricati della Simpa? È logico che la prima parte del fabbricato allineata con Via Marconi faccia parte di via Marconi, ma più avanti, dove il palazzo svolta allineandosi con la via Lame, lì comincia la Via Lame e lì non può essere la continuazione di Via Marconi. È cosa nota che un appartamento o un negozio di via Lame vale molto di più se lo stesso locale risulta ubicato in via Marconi. Almeno il Comune avesse tenuto conto anche di questo grande vantaggio ottenuto dalla Simpa con la valorizzazione di quegli immobili ed avesse imposto ai costruttori il pagamento del contributo di miglioria come la legge consente. Tanto più che a norma dell'art. 24 della legge urbanistica il Comune non avrebbe dovuto pagare quei 250 mq. di area immessa in sede stradale, perché la Simpa era obbligata a cederglieli a scomputo del contributo di miglioria da essa dovuto.
    Dall'illogico provvedimento degli Uffici comunali è sortito danneggiato l'ordine; e tutti gli abitanti di via Marconi si sono visti improvvisamente e senza alcun avviso rivoluzionare ed elevare i numeri civici delle proprie case, uffici e negozi, con tutte le comprensibili conseguenze svantaggiose tanto per i proprietari che per gli inquilini.
    Se il provvedimento verrà sottoposto al Consiglio, magari fra qualche mese, raccomando che si tratti di ratifica e non di delibera. Ciò per evitare il ripetersi d'una occasione del tutto simile a quella che ha dato origine alla presente vertenza.