La notizia della morte di questo Aspirante, avvenuta in modo così violento, trovò subito largo rimpianto e unanime deplorazione, non solo in Bologna e provincia, bensì in ogni parte d'Italia.
Nel giorno del Convegno Giovanile, il 21 settembre 1947, si volle tacere sul grave delitto; anzi, aderendo all'invito di Autorità, la stampa cittadina ha tardato un giorno a rendere pubblico il fatto per non dare motivo di turbamento e di giusto risentimento all'imponente massa di oltre centomila giovani congressisti.
Tuttavia, già alle prime ore del 21 settembre, la notizia fece capolino presso varie Associazioni limitrofe a Ceretolo e fu subito un pio pellegrinaggio di devozione e di amore alla salma del Nostro.
La linea Bazzanese vide in quella mattinata, lunghissime colonne di autocarri con sopra i primi cattolici diretti a Bologna. Buona parte di essi, sia alla loro venuta come nel ritorno, sostarono a Ceretolo in commossa preghiera.
Anche i nostri Dirigenti Centrali, con a capo il Presidente Centrale, Prof. Carretto, si strinsero intorno alle spoglie di Cesarino recando tutti l'omaggio fraterno e cristiano della Gioventù Cattolica Italiana.
Via via che i giorni e le settimane passano dal triste misfatto, sono Aspiranti d'Italia, Assistenti, Parroci, mamme e papa che scrivono lettere di rimpianto, di fede e attaccamento agli sconsolati genitori.
Per dovere di cronaca, trascrivo questa lettera, in data 29 gennaio 1948, del Sacerdote Ivo Sabatelli, Vicario Cooperatore a Sermide in provincia di Mantova. Il fatto in se ebbe una certa risonanza perchè si gridò al miracolo. Tuttavia, ligi e obbedienti ai voleri della Chiesa, anche in questo genere di fatti, lascio la parola al suddetto Sacerdote, col suo stesso commento e la responsabilità delle deduzioni:
«Buona Signora,
questa lettera doveva giungerVi molto tempo prima, come potete vedere dalla data e dagli auguri natalizi scritti sulle letterine degli Aspiranti. La colpa del ritardo è tutta mia; ma c'è un motivo, che non Vi dispiacerà conoscere.
Si stava per spedirVi la lettera, quando ci giunse la notizia che un nostro Aspirantino era stato ricoverato d'urgenza all'ospedale per un intervento chirurgico. Difatti si trattava di peritonite. Il Primario, ormai, aveva dichiarato ai genitori che si preparassero: umanamente non c'era più nulla da sperare. Accorro, assieme al Delegato Aspiranti, al capezzale del piccolo morente. Constato che le condizioni del piccolo Benito Marchetti sono spaventose: tutti i sintomi dell'irreparabile. Sono incerto se amministrargli l'Estrema Unzione. Intanto lo confesso e prego assieme con lui. Poi mi nasce un'idea. Penso al nostro Cesarino. Faccio una corsa in Canonica, avverto gli altri Aspiranti, li faccio pregare e ritorno con la fotografia del piccolo Cesarino, pieno di fiducia che dal Cielo ci aiuterà in questo caso disperato. Sono vicino al piccolo morente: gli parlo di Cesarino, baciamo la Sua fotografia. Lo preghiamo insieme. A noi si uniscono i presenti: la mamma del bambino, il Delegato, una suora infermiera.
Ormai è notte fatta. Ritorno a casa con il presentimento che Iddio ascolterà il nostro carissimo Cesarino. Ritorno subito al mattino per tempo: dorme. Attendiamo la visita del Professore. È una esplosione di gioia trattenuta nel silenzio della preghiera, quando il Professore sfasciando il piccolo constata che non c'è più pericolo. L'avvenimento è nelle mani di Dio: noi non gridiamo al miracolo, quantunque i famigliari ne siano fermamente convinti; solo diciamo che Iddio è tanto grande da premiare anche sensibilmente l'eroismo di un Piccolo Martire e la fede ardente di un Piccolo Aspirante.
Ho tardato a far Vi conoscere questo meraviglioso avvenimento per controllare il progressivo miglioramento del nostro Aspirantino, che fra giorni lascerà definitivamente l'ospedale. Ho piacere che la notizia resti a conforto del Vostro cuore materno e di quanti hanno voluto bene a Cesarino perchè continuino a volerGli sempre più bene.
Il vincolo dell'amore nessuno lo può spezzare. Iddio, buona Signora, ve lo dimostra in una maniera sempre più evidente. Credete fortemente nell'amore del Signore che attraverso la ferita più sanguinante del Vostro cuore colpito Vi fa vedere quanto sono grandi i Suoi disegni sulle anime credenti.
Non credo necessario aggiungere altre parole a quelle tanto buone dei miei Aspiranti che Vi considerano ormai la loro Mamma; solo Vi incoraggio ad accettare questa materna missione di amore in mezzo a tutti gli Aspiranti d'Italia. Se Voi lo permettete, ne potremmo fare parola anche al Centro Nazionale della Gioventù di Azione Cattolica. Ad ogni modo, ci tengo a confermare per i miei Aspiranti che noi Vi consideriamo una della nostra Famiglia Cristiana.
Vi assicuro che alla prima occasione condurrò un gruppo di Aspiranti costì e insieme potrete abbracciare il fortunato Aspirante, che dal caro Cesarino ha avuto tanta protezione.
State certa che non Vi dimenticherò assieme ai Vostri cari, nel ricordo al Signore, perchè le ore dell'attesa siano raddolcite dalla benedizione continua del Vostro e nostro Cesarino.
Con devoti ossequi per Voi e Famiglia.
Sac. Ivo Sabatelli Vic. Coop. a Sermide (Mantova)
Sermide, 2911948.
Merita inoltre segnalare il fatto racchiuso nella lettera inviata dal Cappellano di Loiano al M. R. Don Guerrino Ghelfi.
Loiano, 22 marzo 1948
Carissimo Don Guerrino,
ho una lietissima notizia da darle, che le riempirà il cuore di santa allegrezza perchè depone molto a favore del nostro carissimo Cesarino. Le dico in brevi parole di che si tratta: l'Aspirante Minarmi Franco, di anni 14, fu colpito da peritonite acuta perforata e sottoposto ad operazione chirurgica il 1421948 e di nuovo il 2521948. Gli ho amministrato l'Olio Santo il giorno della seconda operazione perchè dichiarato spacciato dal chirurgo. Io personalmente e tutti gli Aspiranti lo abbiamo raccomandato al Signore per l'intercessione di Cesarino, la cui immagine stava sotto il suo cuscino e, nonostante la sua delicatissima costituzione, si è salvato. Noi pertanto, riteniamo che il Signore, specialmente per la preghiera della innocente vittima, abbia guarito il nostro caro Franco. Attendo due fotografie di Cesarino: una per il graziato e l'altra per l'Associazione.
Posso assicurarla che il fatto corrisponde a tutta verità. Mi creda sempre
Suo aff.mo in C. J. Don Gastone De Maria
A Sermide, e così pure nel Napoletano e nelle Puglie sono sorte Sezioni Aspiranti dedicate a Cesarino Degli Esposti. Ottima idea, perchè il sacrificio di questo nostro fratello sia ricordato, a sprone e a incitamento di tutti.
Un gruppo di Aspiranti scrivono:
«Il volto radioso di questo piccolo Angelo ci spronerà nei momenti di incertezza, tanto facili nella prima età, a guardare con coraggio e con fiducia insieme, alle difficoltà e alle asprezze del cammino verso il Bene. Sentiamo più di prima che la Causa di Cristo, per cui si è immolato il nostro Cesarino, è tanto bella e nobile. Il suo sangue innocente unito a quello preziosissimo di Gesù, è veramente diventato «fuoco di Amore e di Fede».
Il dotto religioso Barnabita Padre Beati, in una lunga orazione tenuta il giorno sacro agli Innocenti (1947) diceva tra l'altro:
«... Nella tua vita di studente, avevi, caro Cesarino, tutta la premura di riuscire, premura posata come di uomo maturo, vivace e ingegnosa. Sembravi un ingegnere nel fervore di una costruzione, un avvocato alle ultime battute del suo discorso, un generale nel momento decisivo della battaglia.
Il «San Luigi» era il luogo dell'azione, Ceretolo il centro di rifornimento. Dovevi essere qua e là, per rifarti le forze, per conseguire la vittoria.
Ti condusse a Ceretolo il tuo desiderio palese e la mano misteriosa della tua innocenza. A Ceretolo incontrasti il delitto che tra due innocenti scelse il più tenero e il Cielo che ti venne incontro, perchè partisti solo.
Mostraci la via per raggiungerti; richiamaci se erriamo, confortaci se ci mancan le forze. Accelera l'ora del nostro incontro».
Padre Brugola, attuale Rettore del Collegio si associa al tributo di venerazione per il piccolo martire e scrive:
«Cesarino Degli Esposti già alunno della nostra Scuola Media, non è più tra noi: associato felicemente agli Angeli, ci guarda tutti sorridente dal cielo, dove la sua innocenza e la sua Fede gli hanno meritato una palma gloriosa, e dal cielo vigila, benevolo e benefico sui suoi compagni, che saranno sempre suoi e sul Collegio che sarà sempre suo, perchè i legittimi e santi vincoli che ci stringono in terra, sono conservati e fatti intimi e forti in cielo da Dio che è il vero vincolo delle anime e il fedele loro interprete.
La sera del 20 settembre 1947, vigilia lungamente attesa della solenne affermazione di Fede cristiana e del trionfale passaggio e schieramento della balda Gioventù Cattolica Italiana per le vie di Bologna nostra, il caro giovinetto cadeva vittima innocente dei barbari intenti e dei truci propositi dei nemici di Cristo: necessario e fecondo tributo di sangue a quel trionfo di Fede, forse perchè ogni vessillo di gloria, di gloria divina e di vera gloria umana, deve essere piantato su una tomba.
Benedetta, o Cesarino, la piissima mamma tua che seppe trasfondere in te, due volte suo figlio, profondi sentimenti di Fede cristiana e volle generosamente, eroicamente congiungere al tuo e offrire a Dio anche il suo immenso sacrificio per affrettare sulla terra l'aurora dei giorni di pace».