Chi abbia anche una superficiale conoscenza della storia religiosa dei popoli, sa delle formidabili lotte che si accendevano fra gli dei nel Pantheon dei politeisti. Chi non ricorda i poemi di Omero? Bastava si assentasse il sommo Giove perché gli altri dei congiurassero gli uni contro gli altri.
C'è una sentenza difficilmente rifiutabile. E' del Salvatore di tutti : «Un regno con lotte intestine non può durare a lungo» .
Scomparso il tiranno capo, i servi si stanno azzuffando fra loro. Uno dei primi, Beria, già è stato fucilato.
Hanno reiteratamente scritto sul loro foglio, i compagni nostrani, che la morte di Stalin non modificava nulla, che tutto seguitava a correre sulla linea del suo insegnamento.
Ora impariamo (e siamo nel '56) che già da tre anni corre qualcosa di estremamente nuovo. A Roma soltanto ora cominciano a togliere i ritratti di lui.
Si parla di tafferugli attorno ai ritratti suoi a Potsdam nell'est berlinese. Ci sono voci di sollevazioni nella regione che gli diede i natali.
Il maestro infallibile ha commesso molti errori.
Il marxista-leninista inarrivabile non fu vero leninista.
I giuramenti rigidi cedono il campo a più indulgenti riserve.
Fortunato Stalin. E' morto — almeno pare — di morte naturale. Non potranno fucilarlo.
Però, lo processano da morto.
Non commuove molto il voltafaccia del comunismo sul suo figlio capo: è una belva che mangia, uno ad uno, tutti i suoi figli.