Omnes? Omnes??

Enea Beccantini, già funzionario regionale dell’Agricoltura, allora presidente del CTG Jolly ed oggi… ancora.

Dopo il breve interim del fratello mons. Enelio, don Guido fu il parroco designato a succedere a mons. Amedeo Cantagalli, consigliato dal vescovo a trasferirsi pruden­zialmente a Roma nel dicembre 1945 dopo l’uccisione dei parroci di Lorenzatico (13 maggio ’45) e dell’Amola (13 dicembre ’45).

Nel cortile della Sede, poco dopo il suo arrivo a San Giovanni, don Guido ebbe l’inve­stitura onoraria quale membro della F. U. C. I. (Federazione Universitari Cattolici Ita­liani) con l’ imposizione del tradizionale cappello universitario da parte del presidente del comitato della sezione persicetana, il neo dottore Giuseppe Fanin. Don Guido gra­dì molto la scherzosa cerimonia di benvenuto e probabilmente la ricordò con amarezza quando cinque mesi dopo Fanin venne barbaramente ucciso.

A proposito della Sede: ogni domenica poco prima di mezzogiorno don Guido attra­versava il cortile affollatissimo da tanti ragazzi chiedendo: “Omnes? Omnes?” (cioè “Tutti? Tutti siete stati a Messa?)”. Intendendo, con tale esortazione, ricordare ai di­stratti, allora in verità pochi, che stava per iniziare l’ultima S. Messa festiva.

Don Guido non mancava mai di esortarci ad uscire da quel cortile per portare ‘fuori’ e far fruttare le idealità e gli insegnamenti cristiani che là apprendevamo: nel sindacato, nella vita sociale, o comunque fra la gente.

Addirittura ci spinse anche ad entrare a pieno titolo nella maggiore manifestazione persicetana: il Carnevale (“Ma spendete poco!” si raccomandava). Fu così che nel cor­so mascherato del 1955 esordimmo con il carro “Il Fungo Cinese” (c’era allora la cre­denza popolare che una grossa massa fungina, un po’ schifosa e allevata in recipienti casalinghi e poi - orrore - bevuta a digiuno, appunto il “fungo cinese”, fosse la panacea di tutti i mali). Fondammo così la Società carnevalesca “JOLLY”. Nome escogitato e suggerito dall’allora parroco di Lorenzatico don Antonio Pasquali, fervente animatore del gruppo dei primi costruttori.

Il nome fu di ottimo auspicio: vincemmo alla prima partecipazione il primo gran pre­mio per il miglior carro allegorico ma da allora, per ben 15 anni, cioè fino al 1970, non si tenne più il corso mascherato per l’opposizione delle vecchie Società Carnevalesche che dichiararono : “Adesso, che si sono messi anche i preti a fare il carro, non potremo più vincere”!!! Il nome Jolly fu in seguito utilizzato per altre attività extra religiose della Sede, come il Comitato per la gestione e valorizzazione del campo sportivo par­rocchiale di via Bologna con le opere annesse, divenute poi sede del Centro Missio­nario Parrocchiale ed il Gruppo locale del C. T. G., appunto Jolly, nato nella primavera del 1962.

Ai tempi di Don Guido noi della Sede avevamo una seconda casa: la Canonica, la cui porta ci era sempre aperta. Ci servivamo della Canonica per tante esigenze, con il be­neplacito del Parroco e delle ‘perpetue’ che si succedevano al servizio dei sacerdoti.

In particolare, là preparammo nel 1948, con farina, acqua e aceto, la colla per i ma­nifesti elettorali del Comitato Civico Cattolico, manifesti che poi furtivamente an­davamo ad attaccare non solo sui muri del centro ma anche nei dintorni. Una sera all’Amola attaccai qualche manifesto a rovescio: era buio pesto; un’ altra volta, a Ca­stagnolo, ci scambiammo la scala con gli attacchini delle carte stampate di un Partito ‘sulla carta’ a noi avversario.

Imparai un sabato, all’improvviso, che don Guido se ne sarebbe andato e ne avrebbe dato l’annuncio ufficiale alle S. Messe del giorno dopo. Annullai immediatamente un pullman “della neve” già programmato per l’indomani. Ebbi qualche critica; ma non me la sentii proprio di andare a sciare con un pullman di ragazzi il giorno dell’addio del caro arciprete.

Quelli erano, come ora, momenti di forte immigrazione e tanti spostamenti di fami­glie. Il parroco soffriva di non riuscire più a conoscere tutti.


Don Novello e don Guido col neo-Arcivescovo (poi Cardinale) Lercaro, solo 2 giorni dopo il suo insediamento a Bologna.