In relazione ai recenti avvenimenti che toccano profondamente i sentimenti delle nostre popolazioni e ai commenti che hanno suscitato, i sacerdoti della zona di Marzabotto ritengono doveroso farsi interpreti dell’atteggiamento che, assieme ai veri cristiani, sentono provenire dalla adesione agli insegnamenti di Cristo:
1) Il cristiano condanna senza alcuna incertezza ogni forma di violenza contro l’uomo innocente. "La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo" ammonisce Dio fin dall’inizio della storia dell’umanità (Gen 4,10). Niente potrà mai giustificare lo sterminio di uomini, donne, bambini, per qualsiasi motivo e ad opera di chiunque esso sia compiuto.
2) Una società civile ha il diritto e il dovere di prevedere con leggi opportune le pene da infliggere a chi si sia reso responsabile di così atroci delitti. Tali leggi dovranno valutare la gravità dei delitti commessi, l’offesa alla convivenza civile, la possibilità di pentimento e di redenzione dei colpevoli.
3) Quali che siano le decisioni definitive che, anche nella valutazione dei riflessi sociali connessi, possono essere legittimamente adottate dalla competente autorità, i cristiani vogliono accogliere l’esempio e le parole di Gesù che sempre invita al perdono. Essi sono profondamente convinti che tale atteggiamento di perdono è fecondo di bene anche per la vita della società civile: ogni forma di violenza infatti nasce dall’odio e dal disprezzo verso l’altro uomo, e finchè tali sentimenti di odio e disprezzo non sono superati da quelli dell’amore e del perdono, si alimenta una potenziale causa di nuove violenze.
Marzabotto, 25 luglio 1980.