Primo teste di questa quarta udienza è M. I. N. Ratmiroff, un medico russo, nato a Pietroburgo nel 1905.
Nel 1931 fu condannato a morte ma, in base all'art. 58 del Codice Penale sovietico, la pena fu commutata in 10 anni di lavori forzati che il teste scontò nel campo di Choriak (bacino del Cutznez, nella Siberia orientale). Il teste fu liberato nel 1941.
Il Ratmiroff descrive dettagliatamente la situazione sanitaria dei campi sovietici che risulta lamentevole. Particolarmente severo è il regime penitenziario nelle celle d'isolamento dove il detenuto riceve 300 grammi di pane al giorno e una ciotola di minestra ogni due giorni. Le cure mediche possono giudicarsi dal fatto che in una regione di 150 Km. vi erano due soli ospedali. I medici sono dei detenuti e debbono fare fronte alle malattie, alle epidemie, e agli incidenti sul lavoro con mezzi estremamente ridotti, vi è penuria di medicamenti, di bende, di biancheria, e la sterilizzazione è sempre insufficiente. Ne risulta che la mortalità tra i prigionieri è molto elevata: su 29.000 detenuti del campo di Gornaia-Choria nell'anno 1938 ne morirono 5.000.
Il medico è tenuto a non menzionare la vera causa del decesso del detenuto quando la morte è dovuta al freddo e alla fame.
Antony Ekard, di Cracovia, di 48 anni, ingegnere, è l'autore del libro «Fuga dalla Russia», edito recentemente a Parigi.
Fu arrestato una prima volta dai russi nel 1940 e detenuto sino al 1942; fu arrestato una seconda volta nel 1943 mentre cercava di raggiungere l'armata del generale Anders e condannato d'ufficio dalla N.K.V.D. a 10 anni di detenzione; fu rilasciato nel 1947 a seguito dell'amnistia concessa ai detenuti polacchi.
Benché ingegnere il teste ha lavorato nei campi in qualità di aiuto medico e principalmente a Kotlas, dove fu detenuto per lungo tempo non potendo essere trasferito nel campo di Vorkuta a causa della sua cattiva salute.
Il teste conferma la deposizione del dottor Ratmiroff per quel che riguarda la situazione sanitaria dei campi e l'alto grado di mortalità: in un trasferimento di 2.000 caucasici deportati nel 1944 e durato sei mesi ne sopravvissero solo 300.
L'avanzata dell'armata rossa era caratterizzata da deportazioni di minoranze polacche, tedesche e baltiche e, più tardi, cecoslovacche e ungheresi.
L'ultimo teste della giornata è Eric Muller, tedesco, membro attivo del partito comunista dal 1922 e condannato a morte in contumacia nel 1934 dai nazisti.
Capitato a Mosca nel 1941 a causa della sua attività di militante comunista fu arrestato, accusato di spionaggio a favore del regime hitleriano e detenuto nel campo di Karaganda dal 1942 al 1946.
Il suo racconto, soffuso di amaro «humor» sorpassa in orrore ogni immaginazione. La brutalità ed il sadismo con i quali la N.K.V.D. trattava a quell'epoca le sue vittime portava queste talvolta alla follia. Lo stesso teste ha tentato diverse volte di protestare contro la sua sorte facendo lo sciopero della fame. Trasferito dalla prigione di Boutirki (Mosca), a quella di Saratov e poi di nuovo a Mosca, è stato infine internato, in qualità di straniero, in Siberia dove ha trovato diversi deportati ebrei. Qui è stato testimone di scene atroci al momento dello scioglimento del campo e della separazione delle famiglie.
Finalmente è riuscito a farsi mandare in Germania con un convoglio di prigionieri ammalati ed a raggiungere Berlino occidentale dove tentò di riannodare relazione con i capi del P. C. tedesco: si faceva infatti ancora illusioni sulla possibilità di una opposizione agli ordini del Politburo staliniano nel seno stesso del partito.
Disilluso ha infine raggiunto la zona della Germania occidentale.
La deposizione di Eric Muller produce una profonda impressione sulla Corte.