È stato in questi giorni pubblicato e viene diffuso in migliaia di copie, sotto il nome «Russia», un cosiddetto numero unico, a cura dell’U.N.I.R.R. (Unione Nazionale Italiani Reduci di Russia) nel quale, a caratteri di scatola (pag. 16) , si leggono all'indirizzo di alcuni cittadini italiani e fra essi il sottoscritto Edoardo D'Onofrio, espressioni come le seguenti: «rinnegati postisi a servizio della polizia sovietica, aguzzini» (dei nostri prigionieri dell'Unione Sovietica).
Inoltre in un articolo stampato in grassetto (pag. 7) e sotto il titolo: «EDOARDO D'Onofrio», si accusa il sottoscritto di avere fra l'altro nei campi di concentramento di Oranki e di Skit, sottoposto ad estenuanti interrogatori dei prigionieri italiani detenuti in quei campi, e ciò alla presenza di un ufficiale dell'N.K.V.D.; che non si trattava di semplici conversazioni politiche come D’Onofrio vorrebbe far credere, ma di veri e propri interrogatori durante i quali veniva messo a verbale quanto il prigioniero rispondeva; che immediatamente dopo la visita di D'Onofrio in quei campi, alcuni dei prigionieri italiani che in quei giorni erano stati sottoposti ad interrogatorio furono allontanati e rinchiusi in campi di punizione;
che simili procedimenti avevano il duplice scopo di far crollare prima con lusinghe e poi con esplicite minacce (non tornerà a casa; lei non conosce la Siberia? Allusioni alla famiglia, carcere e simili) la resistenza fisica e morale di questi uomini.
Questo articolo, o dichiarazione che sia, risulta sottoscritto da Domenico Dal Toso - Luigi Avalli - Ivo Emett ecc.
L'essenza e il fine diffamatori di tali pubblicazioni per le espressioni adoperate e per gli addebiti specifici sono palesi e non v’è bisogno di illustrarli, tanto più quando siano messi in relazione col fatto che, precedentemente, il sottoscritto in una polemica sulle colonne di «Risorgimento Liberale», aveva già posto in chiaro la vera natura e la portata democratica e patriottica della propaganda antifascista e antitedesca che il sottoscritto svolse nei suoi contatti coi prigionieri italiani nell'Unione Sovietica, prima e dopo l’8 settembre 1943, propaganda che si svolse all'infuori di qualsiasi ingerenza della polizia sovietica, a servizio della quale, contrariamente alla calunniosa accusa di cui sopra. il sottoscritto non è mai stato.
Del resto l'indole dell’attività politica e propagandistica del sottoscritto sui suoi rapporti con i suoi connazionali, in quel tempo prigionieri nella Unione Sovietica, è consegnata nella collezione del giornale «L'Alba» che sarà esibita, al fine di contribuire all’accertamento della verità.
Pertanto il sottoscritto, costituendo le pubblicazioni in parola il reato di diffamazione in suo danno a mezzo della stampa, sporge formale querela, facendo istanza per la punizione dei sigg.:
1) Giorgio Pittaluga, che figura come Direttore della pubblicazione;
2) Ugo Graioni, il cui nome è a sua volta indicato come redattore responsabile;
3) Domenico Dal Toso;
4) Luigi Avalli;
5) Ivo Emett;
quanto agli altri tre, e a chiunque altro ne debba rispondere, limitatamente all’articolo pubblicato a pagina 7, sotto il titolo «Edoardo D'Onofrio».
Relativamente al Pittaluga, direttore, e al Graioni, redattore responsabile, sembra al sottoscritto che, entrambi, e non soltanto il Graioni, debbano rispondere di diffamazione a mezzo della stampa, sia perché trattandosi di pubblicazione non periodica, tutti e due devono considerarsi coautori della pubblicazione stessa, e sono quindi punibili ai sensi dell’art. 57 Cod. Pen., sia perché la figura del redattore responsabile, secondo la recente legge sulla stampa, è stata soppressa, risalendo, in ogni caso di pubblicazioni periodiche, la responsabilità allo stesso direttore.
Con riserva di indicare testimoni o di produrre documenti nonchè di costituirsi parte civile, il sottoscritto concede ai querelati la più ampia facoltà di prova in ordine agli addebiti come sopra mossigli.
Elegge infine il proprio domicilio in Roma, via Giosuè Carducci n. 2, presso l’avv. Mario Paone, che delega per tutti gli adempimenti relativi alla presente querela.
Salvo ogni altro diritto.
Con osservanza