Dopo i tragici giorni di fine Aprile e dell'inizio di Maggio però le eliminazioni non sono finite. Il 7 Giugno tre partigiani di Campagnola, Valla, Pizzetti e Bellesia, si presentano a casa del dott. Pietro Gaioni a S.Biagio, in provincia di Mantova, dove egli abita da quasi vent'anni essendo il medico condotto del paese. I tre arrivano che il dottore è fuori in visita; quando torna viene invitato dai tre partigiani a seguirli perchè, gli viene detto, deve testimoniare in un processo a Reggio. Gaioni verrà invece consegnato ai suoi giustizieri e ucciso; il suo corpo non sarà mai più ritrovato. Come mai il dott.Gaioni venne ucciso così “tardi”? La versione ufficiale è che se lo erano dimenticati ! Ma se aveva commesso dei crimini fascisti, non sarebbe stato più logico che a giustiziarlo fossero stati i partigiani di San Biagio ? È vero invece che, per evitare che qualche sconsiderato potesse approfittare del periodo particolarmente turbolento, gli stessi partigiani di San Biagio avevano offerto la loro protezione al dott. Gaioni. È molto probabile, tra l'altro, che Gaioni non fosse la vittima designata e che sia stato ucciso per un tragico scambio di persona.
Il 4 Dicembre del '45 era una domenica e Natalino Lodini stava ritornando in bicicletta da Rio Saliceto dove era stato a “moroso”. In località Santa Giulia venne fulminato da alcuni colpi di fucile sparati da dietro una siepe. I carabinieri fecero delle indagini, ormai la guerra era finita da quasi otto mesi, ma non approdarono a nulla. Secondo suo nipote la “colpa” attribuitagli era che stava aiutando il nipote Alberto Lodini, in carcere a Porto Azzurro, tenendo per lui i contatti con l'avvocato per il processo che doveva subire.
La lista si chiude con l'uccisione del capitano Mirotti, appena rientrato in paese per una breve licenza, il 20 Agosto del '46. Su questo episodio sono stati scritti addirittura due libri (Baraldi, 1985; 1988) per cui non c'è molto da aggiungere. Voglio solo ricordare come anche in questo caso si siano dette delle falsità di comodo, ad esempio, che Mirotti era un ex-miliziano fascista della guerra di Spagna e che per questo era stato ucciso. Mirotti era un ufficiale dell'esercito italiano e il suo reparto aveva fatto parte del corpo di spedizione italiano spedito da Mussolini in aiuto di Franco nella guerra di Spagna. Poteva questo fatto giustificare una sua condanna a morte ? Si sarebbero forse dovuti uccidere tutti i soldati italiani che avevano fatto parte dello stesso corpo di spedizione ? Vorrei accennare al fatto che alla guerra di Spagna, sempre dalla parte fascista, aveva partecipato, come ufficiale dell'esercito italiano, anche Davide Lajolo (Lajolo, 1964); dopo l' 8 Settembre Lajolo passerà con la Resistenza diventando capo partigiano con il nome di Ulisse e, dopo la guerra, sarà parlamentare comunista e direttore dell'Unità. Con lo stesso metro usato per Mirotti si doveva forse giustiziare anche Davide Lajolo ? In effetti, la decisione di uccidere Mirotti sembra essere scaturita da un motivo molto più banale. C'era stato un diverbio, con qualche minaccia, quello stesso pomeriggio nella sede del CLN tra il Mirotti ed alcuni ex-partigiani. Fidando nell'impunità che li aveva sino ad allora assistiti, gli ex-partigiani decisero di vendicarsi. Le cose poi andarono diversamente dallo sperato ma per questo rimando ai già citati libri di Baraldi.