CAMPAGNOLA
"Partigiani ladri", querelato
L'Anpi cita in giudizio l'autore di un opuscolo
CAMPAGNOLA. Flavio Parmiggiani, 60enne, ha ristampato un suo scritto del 1991: "L'altra metà della storia, Campagnola 1944-46". Figlio di un fascista ucciso dai partigiani, Parmiggìani riserva nel libretto dure accuse ai protagonisti della Resistenza: li definisce "assassini", ma sostiene anche che si sarebbero "arricchiti" con la Liberazione. L'Anpi lo ha querelato.
Parmigiani: "Dopo la guerra molti si sono arricchiti"
Alla "solita" tesi di certi "revisionisti" per cui i partigiani non furono combattenti per la libertà ma solo biechi assassini di fascisti innocenti, Parmiggiani aggiunge che furono anche ladri e corrotti.
ACCUSE. Senza mezzi termini, scrive: "La questione soldi, secondo alcuni dei miei testimoni, rappresenta una delle principali chiavi di lettura di molti degli avvenimenti riportati, dell'immediato dopo-Liberaziqne. E' certo che molti agrari di Campagnola, che avevano avuto grosse responsabilità con il fascismo, si sono salvati perché hanno pagato". E aggiunge: "E' anche vero che, nell'immediato dopoguerra, in un periodo di miseria nera, alcuni ex partigiani di Campagnola hanno dimostrato di godere di una discreta e improvvisa fortuna economica". Parmiggiani racconta come suo padre e altri siano stati sequestrati e uccisi all'Osteriola con l'accusa "sembra del tutto inconsistente, di essere delle spie".
REPLICA. L'Anpi di Campagnola ha stilato un comunicato di dura replica: "Ogni cittadino ha oggi la libertà di interpretare come vuole i fatti dell'ultima guerra, del dopoguerra, dell'antifascismo e della Resistenza; ma vi sono delle certezze che non vanno ignorate: i regimi dittatoriali fascista e nazista sono stati sconfitti per sempre e la libertà e la democrazia di cui godiamo sono state conquistate con la lotta e il sacrificio dei partigiani e degli eserciti Alleati".
Detto questo, l'affondo: "Ciò che respingiamo con forza è la calunnia alle persone, molte delle quali sono già decedute". Il consiglio direttivo e alcuni familiari di parmigiani morti hanno dato mandato al presidente Gaetano Davolio di sporgere querela contro Parmiggiani per "difendere l'onorabilità dei partigiani offesi. Per rispetto di chi ha sacrificato la propria vita per la libertà nel nostro Paese".