Nel 1990 Flavio Parmiggiani sollevò il caso degli scomparsi del Cavone
"Campagnola, aspettiamo ancora giustizia"
I riferimenti al libro di Massimo Storchi su Azor. "L'Anpi non può ritenersi offesa: ci furono partigiani che uccisero altri partigiani". "Pubblicare le ricevute dei prelievi forzosi"
di Flavio Parmiggiani
Caro Direttore,
ci avviciniamo al 60esimo anniversario della Liberazione, che per me è anche il 15esimo della "lettera aperta" ai cittadini di Campagnola che tanto scalpore e polemiche sollevò nella primavera del '90, lettera in cui chiedevo che si facesse finalmente giustizia (storica) rispetto alle uccisioni compiute dai partigiani a Campagnola alla fine della guerra. Allora si disse: "Chi sa parli! " ma le bocche rimasero cucite, si disse: " Indaghino gli storici! " ma gli storici, almeno a Campagnola, non indagarono.
Ma non bastava il silenzio: l'estate scorsa, attraverso le colonne della Gazzetta di Reggio, l'ANPI di Campagnola mi fece arrivare una grottesca minaccia di denuncia (solo minacce per carità, tanto per dire ai suoi "Adesso gli facciamo vedere noi a quello lì! ") per alcuni accenni molto garbati alla questione "Soldi e Resistenza" contenuti in un mio scritto (Parmiggiani, 2004).
A questo proposito vorrei richiamare l'attenzione sul recente libro di Massimo Storchi (MS nel seguito): "Sangue al bosco del Lupo. Partigiani che uccidono partigiani. La storia di "Azor".
Alcuni punti del libro di MS:
1- il libro, pur centrato sulla vicenda del v. Comandante della 76a Brigata Sap, Mario Simonazzi "Azor", tratta continuamente della questione dei "rifornimenti" alle formazioni partigiane della montagna. Rifornimenti voleva dire: armi, cibo, vestiario, scarpe, ecc, in una parola: soldi, cioè nel libro si parla molto di soldi. Azor viene ucciso da altri partigiani e gli viene sottratta una borsa contenente 500.000 lire, una cifra enorme per l'epoca. Si trattava della seconda rata di un "prelievo forzoso" a carico della famiglia Ferrarini, ricchi possidenti della zona di Albinea.
2- il libro comincia (MS pag. 21) con la ricevuta di un prelievo effettuato dai partigiani a casa Sforza di 3000 lire più indumenti e viveri; nel seguito del testo viene poi discussa la questione dei "blocchetti" cioè i blocchetti delle ricevute dei prelievi effettuati a carico dei padroni, l'idea era che questi prelievi sarebbero poi stati rimborsati dopo la Liberazione.
3- per quanto riguarda Campagnola, Lino Battini (Tommaso) viene indicato come l'ispiratore e uno degli organizzatori dell'omicidio di Azor (MS pag. 105 e pag. 143); lo stesso Battini è segnalato ancora in montagna ai primi di aprile, nella zona pedemontana tra Albinea e Viano, ma sarà a Campagnola, suo paese di origine, nei giorni seguenti il 25 aprile per dare avvio alla sua personale vendetta. " (MS pag. 88)
4- nel Post Scriptum MS, che è stato per molti anni Presidente dell'ISTORECO, l'Istituto di Storia della Resistenza di Reggio E., già prevede le solite accuse di "lesa Resistenza" nei suoi confronti, per aver sollevato temi tanto scottanti, come quello dei soldi, o quello delle "giustizie" sommarie tra partigiani di diverso orientamento politico.
L'importanza dei rifornimenti, e quindi dei soldi, per la sopravvivenza delle formazioni partigiane, è anche il tema di un libro recente (Piffer, 2005) che racconta l'esperienza di Alfredo Pizzoni, il Presidente-Ministro delle Finanze del CLNAI dalla sua costituzione sino al 25 Aprile '45.
Non si capisce quindi perché la storiografia "ufficiale" dell'ANPI (Franzini, 1966; Zambonelli, 1984) sulla Resistenza nella nostra zona, abbia sempre trascurato l'aspetto fondamentale dei finanziamenti e dei soldi; sarebbe interessante, ad esempio, venissero pubblicate, come nel libro di MS, le ricevute dei "prelievi forzosi" effettuati dai partigiani a carico dei "padroni" di Campagnola. Non si capisce poi perchè l'ANPI si debba ritenere offesa se qualcuno si azzarda a sollevare tale questione; basterà ricordare infatti che anche a Campagnola, come nel caso di Azor, ci sono stati partigiani che hanno ucciso altri partigiani (vedi la vicenda dei fratelli Zulini) e sempre per motivi legati ai soldi.
In conclusione, mi chiedo quanto tempo ancora dovremo aspettare noi, i parenti delle vittime, per ricevere Giustizia (storica).