La stampa e propaganda di sinistra, in occasione del delitto Fanin, ha dato ancor un volta dimostrazione di malafede e di settarietà.
Per convincersi di ciò basta scorrere la qui allegata documentazione che presentiamo senza alcuna parola di commento, ritenendola di per sè, più che eloquente.
Lavoratori !
Nelle aziende agricole di Talon e Lenzi Enea le tagliariso ed i braccianti hanno sospeso il lavoro.
Il Talon e il Lenzi — che ieri furono alla testa della resistenzia e della provocazioe agraria per negare le giuste rivendicazioni dei lavoratori — oggi intendono dilazionare i lavori di miglioria per non rispettare i patti concordati.
Essi vogliono diminuire la coltura dei riso;
vogliono cambiare il sistema di conduzione da economia a compartecipazione individuale, contro il parere e l’interesse dei braccianti;
negano di versare una quota per gli asili;
cercano di rompere il collocamento unitario che ripartisce equamente il pane per i lavoratori;
Lenzi ha denunciato dei braccianti a scopo di rappresaglia; Essi hanno rifiutato di incontrarsi coi lavoratori per accordarsi su queste questioni.
Ecco perchè i braccianti hanno sospeso il lavoro!
Lavoratori dei campi e delle officine!
La mano ossuta degli agrari, appoggiata dagli organi di Governo, stretta a quella dei servi sciocchi tipo Fanin, Bertuzzi e Ottani, tenta di stendersi di nuovo rapace nelle nostre campagne per dividere i lavoratori e instaurare un regime di sfruttamento e di oppressione poliziesca di tipo fascista.
Commercianti e artigiani di tutte le categorie!
Quando i braccianti e gli operai non hanno lavoro, non possono acquisare le vostre merci, i vostri prodotti. La lotta dei braccianti è la lotta di tutti i lavoratori e cittadini che vogliono il lavoro, la libertà e la pace!
L’organizzazione sindacale unitaria guiderà oggi, come ieri e sempre, le giuste lotte degli umili e degli oppressi.
Lavoratori, cittadini!
Unitevi sempre più attorno alla sua gloriosa bandiera; è questa la premessa di ogni vittoria.
6 NOVEMBRE
... la Federazione provinciale del P.C.I. ha diramato un comunicato. Eccone il testo.
«La Segreteria della Federazione provinciale bolognese del P.C.I. venuta a conoscenza del tragico fatto accaduto la notte del 5 novembre u. s. a S. Giovanni in Persiceto, fatto che è costato la vita al dott. Fanin, nel porgere il suo cordoglio alla famiglia dello scomparso, deplora vivamente l’assassinio così come ha sempre deplorato e deplora l’uccisione di sindacalisti e dirigenti di organizzazioni di massa avvenute in ogni parte del nostro Paese...
La Segreteria della Federazione Bolognese a nome dei suoi organizzati rinnova alle Autorità di P.S. l’invito a fare piena luce su tutti questi delitti affinchè i colpevoli siano finalmente assicurati alla giustizia. Nel caso particolare del delitto di S. Giovanni in Persicelo questa Segreterìa stigmatizza ogni tentativo di speculazione politica, poiché la storia del movimento operaio italiano dimostra che questi non sono i metodi di lotta dei lavoratori. l’uccisione del dott. Fanin è un'azione condannabile compiuta da elementi provocatori o irresponsabili e contrasta con i costumi civili che sempre, nella nostra provincia hanno improntato le lotte dei lavoratori.
Affermata nettamente la riprovazione per questi delitti, la Segreteria della Federazione provinciale bolognese del P.C.I. respinge con energia il tentativo fatto dai dirigenti provinciali delle ACLI nel chiedere misure repressive ed anticostituzionali contro le organizzazioni democratiche. I lavoratori della nostra provincia, che già hanno conosciuto speculazioni del genere, oggi, forti dell’esperienza del passato non potranno tollerare che queste si ripetano.
9 NOVEMBRE
... Abbiamo appreso interessanti particolari che potrebbero indicare un probabile esecutore dell’efferato delitto. l’ex repubblichino Libero Bussolari ad una riunione delle ACLI, svoltasi a San Giovanni in Persiceto, ha avuto una lite con Giuseppe Fanin e con altri democristiani. Durante tale riunione, il Bussolari, nel corso di un animato alterco col Fanin esclamava: «Avevi promesso che se mi iscrivevo a questa associazione mi avresti dato lavoro all’ammasso canapa, e invece mi hai lasciato fuori».
E' in questa direzione, dunque, che vanno svolte le indagini.
Nella tarda sera di domenica si apprendeva che il sindaco, compagno Giuseppe Drusiani, era stato destituito dalla carica, d'autorità del Prefetto di Bologna.
Questo nuovo arbitrio conferma ancora un volta la premeditata volontà di provocare disordini e di speculare su un delitto per colpire l’organizzazione e i dirigenti dei lavoratori.
Domani avrà luogo pertanto uno sciopero generale di venti quattro ore, in segno di protesta per l’aperta violazione dei principi sanciti dalla Costituzione.
9 NOVEMBRE
... Sono trascorsi otto giorni dall’apparizione di quel manifesto.
Il dott. Giuseppe Fanin ...viene rinvenuto massacrato orribilmente da mani criminali...
... Chi ha ucciso? Perchè?
Ecco le domande che si affacciano alla mente di ogni onesto di fronte all’infame delitto.
Nossignori! Il signor Bertuzzi, segretario della D.C. di S. Giovanni in Persiceto, si precipita alla caserma dei Carabinieri con una lista di nomi... come al tempo in cui erano i segretari (federali, i consiglieri nazionali, i segretari politici a impartire ordini alla Polizia, giacchè dietro alle spalle di Bertuzzi ci sono il segretario provinciale della D.C. Prof. Elkan, gli on. Manzini, Salizzoni e Bersani, dal momento che c'è dietro a Bertuzzi il faccione rubizzo del sen. Ottani, insieme a quello così espressivo del vice segretario provinciale della D.C. dott. Toffoletto, dal momento che il signor Bertuzzi non è il signor Bertuzzi, figura ben visibile in sè, ma il segretario della sezione di S. Giovanni in Persiceto della DC, è presto detto: dentro tutte le persone elencate nella lista...
...Passano le ore, i giorni, il paese, la città l’intera provincia sono tappezzati di manifesti listati a lutto dalla Democrazia Cristiana, delle Acli, dei «liberi sindacati». Il cordoglio del Sindaco e della Giunta municipale viene respinto da lor signori, i quali, senza che un solo pallido indizio esista a carico di chicchessia circa il delitto, hanno già pronunciato la sentenza: delitto compiuto dai socialcomunisti.
Diamine! Dev'essere proprio così dal momento che la Polizia arresta i socialcomunisti, dal momento che lo dicono il «Giornale dell’Emilia», l’«Avvenire d'Italia», il «Pomeriggio», e i giornaloni milanesi e romani e i giornalini di provincia, dal momento che e lo dicono gli onorevoli Manzini, Salizzoni e Bersani lo dice il prof. Elkan, lo dice Raffaele Ottani, lo dice Ettore Toffoletto dev'essere proprio così !
E la Questura? I Carabinieri?
Mantengono il più stretto riserbo. Ma dove indagano dove cercano, cosa cercano la Questura e i Carabinieri?
Incredibile a dirsi: cercano l’autore e il divulgatore del manifestino basterà chiedergli chi ha ucciso il dott. Fanin e sapremo.
Sì, è davvero incredibile !
... Sospensione del Sindaco di S. Giovanni in Persiceto. A leggere la motivazione ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da rabbrividire... Il Sindaco c'entra, in tutto questo, come i cavoli a merenda.
Ma per farcelo entrare, il Prefetto gli dà brutalmente, e senza la minima pezza d'appoggio, del «fazioso» e passa al altro «considerando»...
25 NOVEMBRE
...I nemici del popolo odiano e calunniano l’Emilia perchè essa resta oggi più che mai la «terra promessa» del Socialismo.
Il Pubblico di S. Giovanni in Persicelo — che gremiva sino all’inverosimile il teatro Comunale e la piazza antistante per ascoltare il comizio dell’On. Gian Carlo Paietta — ha dato con il suo entusiasmo la risposta più valida e persuasiva all’artificiosa campagna strumentata dal padronato e dal maggior partito al Governo contro i lavoratori della nostra regione.
Ma le parole dell’On. Paietta... non hanno avuto come qualcuno poteva prevedere... alcuna intonazione forzatamente polemica, nessuna durezza di linguaggio... ma sopratutto s'è soffermato a documentare, attraverso i fatti che emergono dalla storia di questi ultimi anni, la falsità della calunnia sotto cui si tenta di soffocare la spinta progressista dell’Emilia.
«Una propaganda insinuante e menzognera — ha esordito l’oratore — s'è adoperata a presentare questa terra popolata di belve e di mostri feroci... ma i lavoratori sanno che cos'è l’Emilia; la regione da cui presero le mosse i primi apostoli della nuova libertà; che è a buon diritto considerata la «terra promessa» del socialismo,... Ora — continua il parlamentare comunista — si parla di «triangoli della morte».
Triangolo della morte, dunque, l’Emilia? Si ma per noi, che in ogni strada, in ogni villaggio, m ogni angolo abbiamo lasciato le croci dei nostri compagni caduti....
26 NOVEMBRE
«La Federazione Provinciale Bolognese del P.C.I. comuica:
Un Comunicato del Comando dei Carabinieri informa che i responsabili dell’assassino del dottor Giuseppe Fanin sono stasti scoperti e arrestati.
E pertanto, mentre esprime nuovamente la condanna del delitto, ricorda ancora una volta quanto son contrari alla attività e alla stessa impostazione politica dei comunisti quei metodi di violenza che essi stessi hanno subito per tanti anni ed ancora oggi subiscono quasi quotidianamente.
A coloro che ancora tentassero di compiere una speculazione gettando fango contro i comunisti e le classi lavoratrici, la Federazione risponde che nulla farà desistere i comunisti dalla via intrapresa, alla testa del popolo, per la difesa del pane dei lavoratori, per la libertà e per la pace.
Coloro che cercano di ricondurre il popolo alle condizioni in cui si trovava sotto il fascismo, sappiano che ciò, che riuscì quasi trent'anni or sono ad opera delle stesse classi, degli stessi gruppi e talvolta degli stessi uomini non potrà più riuscire oggi.
Agli uomini di buona fede il Partito Comunista dice che se si vogliono evitare certe disperate aberrazioni, bisogna che il pane non venga più strappato di bocca alla popolazione lavoratrice, che non si contesti ad essa il diritto al lavoro sancito dalla Costituzione, che la proprietà non venga più concepita come il diritto di affamare, che il popolo non venga più trattato con la violenza e con il bastone.
27 NOVEMBRE
Dalla Federazione Provinciale del P.C.I. riceviamo:
«Il Comitato direttivo della Federazione provinciale del P.C.I., dopo aver ampiamente discussa la situazione politicoeconomica della nostra provincia e delle masse lavoratici, nel quadro regionale e nazionale, ha deliberato, all’unanimità la seguente mozione:
L’offensiva che le classi padronali conducono da mesi contro le masse lavoratici bolognesi e le loro organizzazioni ha portato ad un inasprimento delle lotte economiche sociali e politiche. In queste lotte inasprite, il P.C.I. intende essere all’avanguardia per la difesa delle libertà, del lavoro, delle conquiste democratiche nella tradizione gloriosa del movimento operaio italiano, nella continuità ideale delle migliaia di militanti che per tali conquiste hanno fatto sacrificio della vita, in fraternità di intenti e di opere con le grandi masse popolari, nello spirito della carta Costituzionale.
Il Comitato direttivo, pertanto, respinge con sdegno ogni bassa insinuazione di quanti, dimentichi del passato di lotta e di pensiero dei comunisti italiani ed emiliani dimentichi delle metodiche violazioni dello spirito e della lettera della Carta Costituzionale proprio da parte degli elementi responsabili della classe dirigente italiana intendono montare una volgare speculazione politica, per scatenare una campagna d'odio contro il P.C.I. e contro le classi lavoratici.
In proposito, il Comitato direttivo, dà mandato alla Segreteria di invitare tutte le istanze di Partilo a provvedere a termini di legge contro chiunque, in pubblico, in privato e sulla pubblica stampa, attribuisca al P.C.I. in quanto tale, attività criminose. In particolare il Comitato Federale dà mandalo alla Segreteria perchè provveda alla immediata tutela della dignità del P.C.I., dei suoi principi, dei suoi morti, dei suoi perseguitati nei confronti dell’editoriale comparso sul «Giornale dell’Emilia» il 26 novembre 1948 a firma di Luigi Emery.
Il Comitato federale ricorda a tutte le istanze di Partito e a tutti i compagni il dovere preciso di unirsi a tutte le correnti politiche sinceramente democratiche, a tutti gli uomini e a tutte le donne che vivono sostanzialmente del loro lavoro, per una efficiente tutela del buon nome della dignità, della maturità civile della ragione emiliana presa a bersaglio dell’ira furente e reazionaria delle cricche capitalistiche dai loro agenti.
Fa appello a tutti i democratici, a tutti lavoratori a tutti i compagni, affinchè siano metodicamente segnalate e denunciate alle Autorità competenti tutte le violazioni delle norme costituzionali, e tutte le infrazioni degli accordi collettivi in tema di lavoro;
approva incondizionatamente l’operato svolto dalla Segreteria e dal Comitato Esecutivo dopo la precedente riunione del Comitato direttivo;
rivolge il saluto fraterno a tutti i lavoratori e a tutti i democratici della Provincia, nella certezza della loro compatta solidarietà, nel momento in cui ancora una volta si vorrebbe calcare la mono contro gli organismi fondamentali di progresso ed emancipazione del popolo bolognese e alle soglie di un inverno duro e penoso;
esprime la solidarietà delle masse lavoratici bolognesi ai lavoratori ferraresi e in modo particolare...
27 NOVEMBRE
«La C.d.L. di Persiceto comunica:
La Segreteria della C.d.L. di Persiceto, a conoscenza dell’arresto dei colpevoli dell’esecrando delitto di cui fu vittima il dott. Fanin, nel deprecare inequivocabile ancora una volta il nefando crimine, condanna senza riserva alcuna i colpevoli, i cui metodi di linea politica sindacale che ispira la C.G.I.L. nella difesa della libertà e del lavoro.
«In base ai primi sommari interrogatori dei quattro responsabili dell’uccisione del dott. Fanin (questa notte compiuta dal Cap. dei Carabinieri Dario Fedi e oggi confermati dalle deposizioni prestate al Giudice Istruttore) il Comando legione dei CC. di Bologna ha ricostruito la fase preparatoria ed esecutiva del delitto:
Il 4 novembre, Gino Bonlfiglioli, segretario della locale Sezione del P.C.I. diede a Gianenrico Lanzarini — individuo di notevole prestanza fisica — l’incarico di «dare una lezione a Fanin», fornendo nel contempo indicazioni sul luogo e l’ora in cui sarebbe stato facile incontrarlo. Il Bonfiglioli ha dichiarato di aver fissato la sera del 4 novembre poiché riteneva necessario che la «lezione» precedesse una importante riunione di sindacalisti indetta l’indomani 5 novembre, presso un locale canapificio. Il Lanzarini — che asserisce d'essere stato minacciato della vita qualora avesse desistito dall’impresa (circostanza questa finora recisamente negata dal Bonfiglioli) — invitò i conoscenti Indrio Morisi e Renato Evangelisti, pure iscritti al P.C.I., ad associarsi nell’impresa.
Nell’ora e nel luogo fissato, i tre attesero il dott. Fanin — sempre secondo la ricostruzione del delitto esposta dal comando Legione dei CC. — che giunse in bicicletta verso le 22. Al primo colpo sferratogli con la sbarra di ferro dal Lanzarini, egli cadde dalla bicicletta, senza opporre resistenza.
Mentre su questa circostanza i tre esecutori del delitto sono pienamente concordi, le loro singole versioni differiscono invece sullo svolgimento successivo dell’aggressione.
Il Lanzarini ammette di avere usato la sbarra di ferro che però, secondo lui, sarebbe stata usata anche dall’Evangelisti. Questi nega recisamente di averla mai avuta in mano, ammettendo solo, come il Morisi del resto, di aver dato pugni al Fanin già caduto dalla cicicletta.
I tre concordano poi sulla circostanza d'essere ripartiti dalla via Biancolina convinti che il Fanin già fosse deceduto, mentre, com'è noto, spirò alcune ore dopo all’Ospedale di San Giovanni in Parsiceto.
Il Bonfiglioli inoltre, nel corso degli interrogatori, ha dichiarato d'aver rimproverato i tre esecutori «per aver esagerato», tanto il giorno 5 novembre, poco prima cioè d'essere fermato dai Carabinieri, quanto il 13 novembre giorno in cui fu rimesso in libertà per restarvi fino al 21 corrente mese.
I tre esecutori materiali, invece, mai fermati prima d'ora, sono stati arrestati questa notte verso le 2 mentre si trovavano in letto.
Trasportati in una caserma di Carabinieri, lontana da San Giovanni in Persiceto, alle prime domande hanno subito ammesso la loro partecipazione all’aggressione».