Supponete di essere un lavoratore nell'Unione Sovietica. Col vostro lavoro in fabbrica riceverete all'incirca settecento rubli al mese. Vostra moglie, nello sforzo di far quadrare il bilancio in famiglia, andrà a scavare fossi da qualche parte, o a pulire le strade, o fare qualcun altro dei lavori pesanti che le donne fanno nell'URSS. Insieme riuscirete a mettere in bilancio circa mille e duecento rubli al mese.
Non state a preoccuparvi di tradurre questi rubli in dollari o in sterline o in franchi o in lire o in marchi. Sono rubli quelli che ricevete e come rubli potrete spenderli. Il solo reale valore della moneta che guadagnate è dato dal suo potere di acquisto.
Bene, la vostra famiglia deve spendere per il vitto almeno 750 rubli dei 1.200 che incassate fra voi e vostra moglie. Per l'affitto della vostra abitazione — una sola camera — avrete da pagare 40 rubli, e in realtà non è molto. Ma se vorrete indossare e far indossare ai vostri familiari dei panni decenti, allora sarete costretti a dare un taglio rilevantissimo alla somma che avevate stanziato per il vitto.
Vi toccherà aspettare molto tempo prima di mettere insieme i rubli necessari a comprare un vestito: vi costa da 1.200 rubli in su. E ci penserete due volte prima di andare a comprare una camicia di fattura decente (costa 111 rubli) perchè i vostri ragazzi hanno bisogno di scarpe e non riuscirete ad averle per meno di una cinquantina di rubli al paio.
Questa, in sostanza, la situazione di quasi tutte le famiglie sovietiche, poichè, stando a quanto pubblicano le riviste dell'URSS ed ai calcoli fatti da esperti, il guadagno di una famiglia media sovietica si aggira sui 1.200 rubli.
E allora perchè, si domanda lo straniero, si vede spendere con tanta disinvoltura nell'Unione Sovietica? Perchè i ristoranti e i ritrovi pubblici sono affollati? Perchè non c'è emporio di Mosca che non abbia ressa?
C'è una risposta per tutte queste domande. Innanzi tutto, gli empori, i ristoranti ed i ritrovi pubblici non sono tanti quanti ne richiederebbe una città che accoglie una popolazione di sei milioni di abitanti. Poi, c'è gente che si arrabatta in ogni maniera per cercare di tenersi ad un livello accettabile di vita, e sta nascendo un ceto medio con precisi appetiti.
Lo straniero non vede nell'URSS indizi di disastrosa povertà, fatta eccezione per qualche mendicante. Nè vede gente denutrita. Gli è dato anzi di incontrare gente vestita decorosamente, anche se si tratta di una vista di una monotonia desolante senza la luce di una variante. E nella gran parte dei casi la famiglia media sovietica per far quadrare il bilancio si assoggetta a privazioni notevoli. Pane, patate, cavoli e altre verdure di poco prezzo costituiscono la base della dieta. Solo occasionalmente appare la carne sulle mense delle famiglie del lavoratore medio sovietico, il quale può ben di rado permettersi di comprare il burro che gli viene a costare circa 25 rubli al chilo.
Un recente decreto dà la misura del basso livello salariale del lavoratore medio. Il decreto riguarda le ritenute sindacali da farsi d'ora in poi ai salari. Esso stabilisce che chi guadagna fino a 500 rubli al mese deve versare come quota sindacale mezzo rublo per ogni cento rubli, chi guadagna da 501 a 600 rubli deve versare quattro rubli, chi guadagna da 601 a 700 rubli deve versare cinque rubli. Al di sopra dei 700 rubli le quote sono fissate nella misura dell'uno per cento. Si rileva poi dal decreto che la maggior parte dei lavoratori sovietici ha un salario che sta al di sotto dei 700 rubli.
Il governo sovietico afferma che il rublo vale 25 centesimi di dollaro al cambio internazionale. Valutato però sulla base di ciò che si può comprare con un rublo in termini di dollaro, si ricava che il valore del rublo sta fra i cinque e gli otto centesimi di dollaro. I prezzi sono uniformemente alti in tutta l'Unione Sovietica: si tratta di prezzi stabiliti dallo Stato e la merce offerta a questi prezzi è in genere scadentissima.
Un operaio che guadagni 700 rubli al mese non può permettersi il lusso di comprare a sua moglie un paio di calze buone, perchè costano quaranta rubli e mezzo al paio. Un operaio specializzato che lavori in una fabbrica di Tasckent, per esempio, può arrivare anche a guadagnare duemila rubli ed anche più al mese, ma duemila rubli è il prezzo di un vestito di buona fattura. Altri operai tessili spesso guadagnano 1.200 rubli e anche meno. Essi non potrebbero levarsi la soddisfazione di comprare ai loro bambini delle stecche di cioccolata, perchè ogni stecca, e si tratta di stecche ben piccole, costa venti rubli.
La maggior parte delle famiglie deve poter contare sul guadagno di diverse persone. Le donne spazzano le strade con ramazze che vengono fatte in casa alla meglio con le frasche oppure si presentano a rimuovere la neve dalle strade pur di portare in casa qualche cosa. Il salario di queste donne è penosamente basso, ma vale in ogni caso ad arrotondare il bilancio in famiglia. Lavori del tutto estemporanei fanno gli altri membri della famiglia.
Non c'è poi una variazione apprezzabile fra i prezzi che si praticano a Mosca e quelli in vigore in provincia. A Stalingrado il cacao si vende sciolto al prezzo di un centinaio di rubli al chilo. Il caffè ed il tè costano circa 45 rubli al chilo. La salsa sta sui 160 rubli al chilo.
Dato che gli acquisti si fanno in genere negli empori statali, e dato che gli empori statali non riescono a coprire la richiesta dei clienti, capita che sui mercati di campagna la merce per trovarla occorre pagarla a prezzo più alto che in città. Durante l'inverno i prezzi vanno molto su. Il prezzo delle uova in autunno a Mosca era di 14 rubli la decina, ma in dicembre si salì di colpo da 14 a 20. Uguale situazione per le uova nella calda Georgia. Solo leggermente più basso il prezzo nella pingue Ucraina.
Le patate si vendevano ad un rublo al chilo a Mosca in ottobre, ma salirono a due rubli in dicembre: altrettanto in provincia. I cavoli stavano ad un rublo al chilo a Mosca ed a Kiev in ottobre, passarono a un rublo e mezzo in dicembre. L'Ucraina è il granaio dell'Unione Sovietica, ma alcuni dei prezzi che vi si praticano sono più alti persino di quelli che si fanno nei mercati provinciali di Mosca. I contadini chiedono sino a 29 rubli al chilo per la carne.
Negli empori statali bisogna spendere da 400 a 600 rubli per poter portare via un vestito da donna di qualità molto scadente. I vestiti per i bambini costano da cento rubli in su. Un paio di calze di cotone costa undici rubli. Il prezzo delle pentole e delle padelle oscilla fra i 13 ed i 53 rubli. Un paio di scarpe di qualità scadente da donna costa 126 rubli: le scarpe buone si pagano 419 rubli.
La merce, per ammissione ufficiale, è scadente, ma in alcune zone si incontrano prodotti fantasticamente pessimi. A Baku si vendono abiti da uomo di grezza fattura al prezzo di 1.500 rubli e più.
I giocattoli in vendita sono pochi e di scarsa immaginazione. Una automobilina di quindici centimetri si paga undici dollari e mezzo.