Tutta l’Italia si appresta a ricordare il 40° della Liberazione.
E’ una memoria legittima e doverosa: non possiamo dimenticare una stagione che — attraverso sofferenze inaudite del nostro popolo, lacrime, sangue, lacerazioni, sconvolgimenti — ha preparato un’epoca nuova e diversa della nostra storia nazionale: l’epoca che ancora stiamo vivendo.
La Chiesa di Bologna si sente ed è partecipe di tutta la vicenda umana: essa, che ha pagato in quegli anni tormentati un pesante tributo di sangue e ha visto molti dei suoi sacerdoti cadere uccisi, inermi e innocenti, vittime di diverse crudeltà e di diverse barbarie, non può e non vuole sottrarsi all’obbligo della memoria e al dovere di proporre il suo modo proprio — originale e inconfondibile come il messaggio di Cristo — di compiere questa celebrazione.
Invito pertanto tutti i credenti della diocesi a convenire a Bologna per una solenne Eucarestia la sera di venerdì 19 aprile, nella Basilica di San Petronio.
Offrendo ancora una volta il sacrificio del Signore, chiederemo a Dio nostro Padre una triplice grazia.
In primo luogo, perchè il ricordo non sia una rievocazione infeconda e priva di insegnamenti attuali, imploreremo — per noi, per tutto il popolo bolognese, per l’Italia intera — il dono di saper amare e difendere il valore eterno della "liberazione", contro tutte le insidie e tutte le prepotenze, e il valore eterno della "resistenza" contro tutte le forze del male, in particolare quelle che attentano alla dignità dell’uomo, immagine viva di Dio.
Pregheremo poi per i caduti di quei giorni insanguinati, e pregheremo da cristiani, cioè per tutti i morti senza distinzione di parte, di fede, di nazionalità, ben consapevoli che anche coloro che muoiono per una causa errata e per una iniqua motivazione hanno, e più degli altri, bisogno della nostra pietà e del nostro suffragio.
Infine domanderemo che fra la gente della nostra terra si estinguano finalmente gli odi, fiorisca davvero la pace dei cuori, ci si decida dopo quarant’anni ad ascoltare la voce della nostra antica anima cristiana e si cerchi una vera e sincera riconciliazione, premessa e garanzia di un avvenire più sereno per tutti.
I pastori d’anime facciano conoscere questa proposta del vescovo, la illustrino ai loro fedeli nei suoi contenuti ideali ed esortino a non mancare a questa importante occasione di manifestare pubblicamente la nostra fede.
Con le comunità parrocchiali sono esplicitamente invitati le associazioni, i movimenti e i gruppi presenti e attivi nella nostra Chiesa.
Esprimo fin d’ora la più viva riconoscenza alle autorità di ogni ordine e grado che con spirito religioso vorranno unirsi a noi in questo momento intenso e significativo della nostra vita ecclesiale.
Bologna, 25 marzo 1985.