Il fabbricato del fondo Chiesa era ridotto in condizioni pietose: senza divisoria fra abitazione e fienile, esposta quindi la famiglia colonica a gravissimo pericolo in caso di incendio; la stalla ormai inservibile. Si imponeva perciò un radicale restauro. Il parroco provvide nel 1921 all’abbattimento del portico a ponente ad uso rimessa per attrezzi agricoli e al disopra ad uso fienile (senza divisoria dall’abitazione); fece eseguire la divisoria fra l’abitazione e l’altro portico a levante, riducendo il pianterreno a stalla in volto a poutrelles, e il primo piano a fienile. Il resto venne adibito ad abitazione, chiudendo una finestra che dava nel fienile a levante, e tutto il resto a pietrinfoglio. L’ambiente già ad uso stalla venne adibito a locale per gli attrezzi. Venne, inoltre, costruita ab imis una casella a tre luci, a pure colonne, pei foraggi, a levante. La spesa pei detti lavori, eseguiti dall’aprile al settembre, fu di £. 14397.02. A questi vanno aggiunti vari lavori eseguiti nello stesso anno alla stalla di canonica per £. 2239.51, raggiungendo così la somma di £. 16636.53.
Il parroco dovette pure provvedere all’acquisto dei sassi del macero, che, fatto eseguire nel 1914 dal comune di San Giovanni in Persiceto (il quale si servì del terreno ricavatone per l’innalzamento del piano su cui in quell’anno fu costruito il fabbricato delle scuole elementari sulla via Biancolina in terreno espropriato dal podere Mascellaro), fu eseguito ampliando quello fatto a spese del parroco don Giacomo Pistorozzi nel 1787 e che era quasi completamente ostruito e più non serviva. I sassi, essendo di proprietà degli affittuari dei fondi di questo benefizio, che si servivano di detto macero, furono acquistati dal parroco, il quale dovette incontrare perciò una spesa di £. 918, essendo essi n. 11360, e furono acquistati nel 1921.
Nello stesso anno venne costruito il nuovo locale per il battistero, che trovavasi fin dall’origine nella cappella della Madonna a cornu Evangelii (la vasca attuale di marmo rosso di Verona venne, almeno risulta dall’archivio in un documento che più non si ricorda, nel 1802), a sinistra entrando dalla porta maggiore, dov’era il portichetto che venne chiuso e ridotto a cappella rettangolare con finestra della stessa forma e con apertura ad arco. Nell’aprire il quale arco apparve un’altro arco tozzo e un’ancona per Crocefisso con decorazione di nessun pregio. Detto nuovo locale venne poi demolito nei radicali restauri eseguiti dal 1924 al 1926.
La domenica 1 maggio 1921, quinta dopo Pasqua, dopo molti giorni di pioggia torrenziale, restò allagata la parte di parrocchia, dove trovasi il predio Gazzo, che rimase completamente sommerso per vari giorni, eccettuata la casa.