Causa la rottura della campana minore, il concerto del nostro campanile, ridotto a due campane, lasciava molto a desiderare; era perciò giocoforza pensare ad una sostituzione, ma non nel campanile attuale, minacciante rovina o giù di lì, ma in uno nuovo. La gravità dell’impresa tentava alla dilazione: non era possibile provvedere all’una ed altra cosa in poco tempo e poi...prima il campanile, quindi le campane. Avvenne invece il contrario: nel gennaio 1936 il parroco ricevette la visita di un suo antico amico di seminario, l’ing.comm. Luigi Filipetti di Bologna, presidente di quell’unione campanari, e naturalmente, campanaro egli stesso e innamorato delle campane. Egli, che già aveva udito il nostro concerto, propose senz’altro l’acquisto di un nuovo concerto di campane, ed invitò il parroco a visitarlo.
L’idea risultava a prima vista irrealizzabile: mancava il campanile, e i soldi. Pure il parroco andò e vide un concerto di 5 campane, nuove, le udì suonare a distesa: gli piacquero assai. Era il pomeriggio del 27 gennaio; vi tornò il 25 febbraio, le riudì, gli piacquero ancora più: belle, buone, anzi ottime. Quanto al campanile l’amico sudetto lo consigliò di farne uno provvisorio: non erano così anche ora? E veramente la cosa era fattibile.
Costruite le dette cinque campane dalla ditta Barigozzi di Milano nel 1934 appositamente da esporre al Littoriale di Bologna, vi figurarono di fatto nella fiera del maggio di quell’anno; quindi vennero trasportate a Castelfranco Emilia e di lì ritornarono in fonderia a Milano, donde ancora fecero ritorno a Bologna e furono poste in un locale del campo sportivo del Littoriale presso il canale accanto alla certosa, dove il parroco le trovò. Il parroco si decise per l’acquisto: messosi, a mezzo dell’amico Filipetti, in comunicazione col fonditore Barigozzi ing. Prospero, il contratto venne concluso il18 febbraio.
Ma occorreva provvedere al locale pel nuovo concerto: si pensò di costruire un piccolo fabbricato davanti alla chiesa, luogo il più adatto, anche perchè le campane sarebbero state più al sicuro da qualsiasi eventuale brutto scherzo.
Il lunedì 23 marzo si cavarono le fondazioni, il giorno seguente il muratore incominciò l’opera sua, che finì il sabato santo 11 aprile. Il piccolo fabbricato misurava all’esterno m. 4.40 di altezza al culmine, m. 4.40 di larghezza, m. 5.50 di lunghezza.
Il 22 aprile incominciò la messa in opera del castello di quercia e il 24 lo si vide compiuto, nel qual giorno furono tolte dal campanile le campane vecchie e messavi per l’orologio quella che serviva per l’oratorio della B.Vergine Lauretana al ponte di Loreto.
E il lunedì 27 aprile, su autotrasporto gentilmente concesso per interessamento del sunnominato ing. Filipetti dalla Cassa di Risparmio di Bologna, giunsero accolte dagli applausi dei numerosissimi presenti le cinque nuove campane alle 12.45, e alle 15.45 erano già collocate sul nuovo castello. La prima impressione dei presenti è stata ottima, quantunque percosse da un semplice martello. Così pure é stata apprezzata l’armatura, nonchè il castello, che é stato rifinito nella pulitura il giorno dopo: armatura e castello sono opera del campanaro Moretti Gaetano di Castelfranco Emilia, coadiuvato dal campanaro di Manzolino, Merighi Raffaele.
Nel giorno stesso 27 aprile sull’autotrasporto che aveva portato le nuove cinque campane, furono trasportate alla stazione ferroviaria di San Giovanni in Persiceto le tre vecchie, dirette alla fonderia Barigozzi di Milano, costruttrice delle nuove. Il peso complessivo di esse è stato di kg.320 netti, e sono state cedute al prezzo di £ 10 il kg., ricavandone così £ 3200, lasciate in acconto per le nuove campane.
E qui va aggiunto che , pur dovendosi riconoscere l’insufficienza del vecchio concerto, specialmente dopo la rottura della campana minore, non senza commozione le si son viste partire per sempre le vecchie campane, che tanto hanno suonato e chiamato il popolo fedele alla casa del Signore!
Alle 16.45 del venerdi 1 maggio 1936 è giunto fra noi mons. Giuseppe Antonio Ferdinando Bussolari, arcivescovo di Modena e abate di Nonantola, il quale, autorizzato dal nostro card. arcivescovo, ha proceduto immediatamente alla consacrazione del nuovo concerto di campane; dirigendo il santo rito il cerimoniere di sua eccellenza don Donnino Fornaciari, e fungendo da assistenti don Ferdinando Fiaccadori, parroco di Bagno, e don Elviro Folli, cappellano di Decima. Erano pure presenti mons. Amedeo Cantagalli, arciprete vicario foraneo di San Giovanni in Persiceto; il can. Gaetano Botti, arciprete di Sala; il can. don Riccardo Fortuzzi, arciprete di Sant’Agata; il can. don Luigi Serra, arciprete di Zenerigolo; don Adelmo Scagliarini, arciprete di Santa Maria in Strada; don Aldo Quattrini, parroco di Padulle; don Giuseppe Astolfi, parroco di Tivoli; don Alfonso Reggiani, arciprete di Amola.
Fatta la visita al Santissimo all’altare del Sacro Cuore (essendo il primo venerdì del mese), e assunti i santi paramenti, processionalmente sua eccellenza si è portato al nuovo locale delle campane e ha dato principio alla santa cerimonia, che è durata un’ora e 15 minuti, prestandosi pel canto il parroco nostro e quello di Sant’Agata, rispondendo gli altri. Per la circostanza venne inaugurato il faldistorio, portante lo stemma di sua eccellenza. La bellissima cerimonia fece salutare impressione nei presenti, e specialmente nei parrocchiani intervenuti assai numerosi, ai quali sua eccellenza al termine della cerimonia rivolse la commossa parola, spiegando brevemente il significato e il compito delle campane, dando poi un patetico addio alle vecchie già partite "che io - disse sua eccellenza - ho suonato da ragazzo"; e al vecchio campanile, che "ormai, soggiunse, ha fatto il suo tempo: quelle e queste saranno sostituite". Poi sua eccellenza esortò i parrocchiani ad assecondare e ad aiutare il parroco nella relativamente grande intrapresa, perchè presto sia coperto il debito per le campane, e si possa provvedere all’erezione del campanile. "Ed ora - disse concludendo - suonate, o nuove campane!"
E le nuove campane suonarono, subito, facendo sentire d’improvviso la bella e ardente voce, in mezzo alla commozione e applausi dei presenti, che trovarono perfetto il nuovo concerto. I primi ad usare delle campane furono: comm. ing. Luigi Filipetti, presidente dell’unione campanari di Bologna; colonello Augusto Bonacini; Raffaele Maggi, campanaro capo di San Petronio; Gaetano Moretti e Raffaele Merighi, rispettivamente campanari-guardiani di Castelfranco Emilia e Manzolino: essi inaugurarono il concerto, e ad essi molte altre squadre si avvicendarono la sera stessa.
La domenica 3 maggio 1936, Invenzione di S. Croce, e per noi anche ufficio del comune, ebbe luogo l’inaugurazione del nuovo concerto di campane: ritornarono i campanari nominati qui sopra, i quali suonarono e poi molte e molte altre squadre si succedettero nella giornata, venute da Cento, Argile, Castelfranco, Manzolino, Modena, Ferrara, e persino da Veduro. E per tutta la giornata fu un succedersi di doppi, tirate basse e martellate, in mezzo all’entusiasmo della popolazione. La festa fu condecorata dalla presenza di mons. Giuseppe Antonio Ferdinando Bussolari, arcivescovo di Modena e abate di Nonantola, ritornato per celebrare la messa della Comunione generale, amministrando poi la S. Cresima, assistendo alla Messa in canto, durante la quale si produssero i fanciulli cantori parrocchiani. Sua eccellenza restò fino a sera, prendendo parte pure alla solenne processione col Santissimo Sacramento, partendo poi, acclamato dal popolo; giusto segno di riconoscenza per avere sua eccellenza addimostrato sì grande affetto alla parrocchia natale, affetto addimostrato anche nel prestarsi sempre gratuitamente, compresa anche la funzione della consacrazione delle campane. A lui vada l’espressione cordiale della insopprimibile riconoscenza del parroco e parrocchiani.
A complemento di quanto si è detto si riportano qui le caratteristiche delle nuove campane e di quanto le riguarda: prima peso Kg.477, diametro m.0.98; iscrizione.: imperi Cristi per aevum cano triumphum; emblemi: Cristo Re, Sacratissimo Cuore con Santa Margherita Maria Alacoque, S.Ambrogio, Crocefisso; battaglio Kg.18; seconda peso Kg. 340.400; diametro m.0.85; iscrizione: sub tuum praesidium confugimus Sancta Dei Genitrix; emblemi: Immacolata, San Gervasio, San Giuseppe,sp. di M.V. ; Crocefisso; battaglio Kg.14; terza, peso Kg. 236.500, iscrizione: Patunt et accipiunt divum Antonium invocantes, emblemi: Sant’Antonio di Padova, San Rocco, San Francesco d’Assisi, Crocefisso; battaglio Kg. 10; quarta peso Kg. 192.300; diametro m. 0,70; iscrizione: clamo, morior, voco, concino, ploro; emblemi: San Vincenzo Ferreri, Santa Rita da Cascia, San Giovanni Bosco, Crocefisso; battaglio K. 8.500; quinta peso Kg. 136.400; diametro m. 0,63; iscrizione: Domine ad adiuvandum me festina; emblemi: Santa Teresa del Bambino Gesù, Santa Agnese V.M., San Giuseppe Benedetto Cottolengo, Crocefisso; battaglio peso Kg.-6.500.
Il peso complessivo è perciò di Kg. 1382.600; la spesa fu di £.15899.90 pel bronzo, in ragione di £. 11.50 il Kg., di £. 2000 per le armature, di £. 2000 pel castello, di £. 150 pei battagli, mascherecci, cuoio e relative cordicine. A queste spese vanno aggiunte quelle pel nuovo locale per le campane, che, aggiuntevi tutte le altre ad esso riferentesi (permesso, ecc.) assommano in totale a £. 1954.80. Notasi che le vecchie campane del peso di Kg. 320, furono cedute alla fonderia Barigozzi a £. 10 il Kg., per l’importo di £. 3200.
Il 24 agosto 1936 venne concluso dal parroco colla ditta Ghidoni Fortunato e figlio di Camposanto di Modena il contratto per l’acquisto di un organo espressivo per la nostra chiesa a dieci registri per la somma di £. 7000, più £. 30 per compenso pel trasporto, nonchè le cibarie e alloggio pel tempo necessario alla messa in opera. Il pagamento venne così convenuto: £. 1500 al collaudo, £. 2000 entro l’agosto 1937, £. 2000 agosto 1937, £. 1500 agosto 1939. Le parti dell’organo giunsero nel pomeriggio del 21 ottobre 1936 e fu completato il 24 novembre seguente, lavorandovi i titolari della ditta Ghidoni Fortunato e figlio Fernando 20 giornate. Le caratteristiche dell’organo sono le seguenti: registri 10 (principale reale a tutta tastiera, viola di 8 piedi dal n. 13, voce umana a metà tastiera, flauto di 4 piedi, ottava reale estesa al basso e soprano, decimaquinta, decimanona, vigesima, bassi di 8 piedi e rinforzi ai bassi, seconda ottava (rinforzo dell’ottava), contrabassi accoppiati ai bassi); frontale espressivo; mantice sufficiente a leva; pedali 18 cromatici; tastiera di 54 note dal do al fa. Detto organo venne benedetto dal parroco prima della Messa parrocchiale il 10 dicembre 1936 ed inagurato il dì stesso, incontrando l’approvazione dei competenti e giudicandolo superiore all’aspettativa, considerandone il prezzo modico e le modalità del pagamento.
La voce si espande assai bene per la chiesa ed è sufficiente. Inoltre la posizione dellorgano, posterioremente al quadro del titolare, riesce comoda al suonatore e ai cantori, che sono liberi dalle distrazioni e non distraggono, rimanendo nascosti.
Deo gratias!
Nel 1936 vennero eseguite nei fabbricati beneficiari alcune piccole riparazioni per l’importo di £. 173.50; impianti per £. 10.