Colla riapertura delle scuole nel settembre 1941 è cessato il "suono della scuola", cioè il suono della campana un’ora prima delle scuole elementari nelle parrocchie del forese, mentre è rimasto, almeno per ora, nel capoluogo: alla fine dell’anno scolastico l’amministrazione comunale passava un lieve compenso (£60) al campanaro. Era una bella usanza, del cui inizio non si ha memoria, che, mentre non era certo di molto aggravio pel bilancio della pubblica cosa, era di una certa utilità per le famiglie degli scolari. I "patres conscripti" dell’amministrazione municipale hanno pensato bene sopprimere tale consuetudine per economia di spese che non esiste però per le cose di loro gradimento e utilità.
La mattina di venerdì 24 gennaio 1941 venne benedetta dal parroco la statua di sant'Agnese vergine martire, in cartone romano. L’iniziativa è dovuta alle giovani di Azione cattolica, le quali da tempo desideravano un ricordo della loro protettrice. La statua è alta m.1.05 ed è discretamente riuscita. Esposta sull’altar maggiore, si è fatta la festa la domenica seguente col concorso di numerose giovani, anche non appartenenti all’Azione cattolica. La statua su colonna di legno è stata esposta alla pubblica venerazione nella cappella della B.V. Lauretana.
La domenica 16 febbraio 1941 moriva improvvisamente in età di 82 anni la parrocchiana Fanin Angela vedova Fanin: era veramente un angelo di bontà, calma sempre e padrona di sè, pure in mezzo alle difficoltà della vita e alle sventure, che non mancarono; anche nei rapporti col marito, in fondo buono e cristiano praticante, ma di carattere difficile e autoritario. Venuta colla famiglia nel 1910 (vennero in quell’anno molte famiglie, specialmente dal Veneto, in occasione della vendita della tenuta Tassinara da parte del conte Zucchini) dalla diocesi di Vicenza nella possessione San Martino, fu costantemente di edificazione a tutti in casa e fuori. Ebbe a perdere nella grande guerra i due figli maggiori, diede al chiostro una figliuola, che nell’ordine delle Minime dell’Addolorata rifulge per capacità ed esemplarità. Gli altri numerosi figli continuano le tradizioni famigliari di vita intensamente cristiana, memori della loro santa mamma, che, sorpresa dalla morte, v’era però abitualmente preparata, pia com’era e amante del suo Dio, da lei ricevuto ogni festa, non potendolo più frequentemente per la distanza dalla chiesa.
Ave, anima bella, e prega per noi.
Il venerdì 14 novembre 1941 moriva improvvisamente in Bologna il sig. Antonio Buriani, nato il 21 novembre 1851 nella nostra parrocchia, dove abitò fino al novembre 1910 quale agente dei conti Zucchini Solimei, proprietari della tenuta Tassinara, che egli condusse quale esperto agricoltore, tanto che riuscì un modello del genere. Probo, giusto, cristiano esemplare, la sua partenza dalla nostra parrocchia segnò la decadenza della tenuta, che, venduta a lotti, vide l’immigrazione di molte famiglie dal Veneto e mantovano, delle quali poche poterono durarla, perchè non aduse ai nostri metodi di cultura: solo quelle che vi si adattarono poterono avere buon esito.
Egli era ascritto alla nostra pia unione del SS. Cuor di Gesù fino dalla fondazione (1887) e cassiere della medesima fino al marzo 1915. Morì improvvisamente, ma non impreparato: il dì stesso aveva fatto la sante Comunione, che spesso riceveva; fu così premiata con una morte preziosa la sua vita esemplarmente cristiana. Nel suo testamento olografo dispose: "Lascio il mio fondino denominato Sassi o Solaruolo, posto in Zenerigolo di Persiceto, di superficie ettari 0.9477, alla chiesa parrocchiale di Lorenzatico di Persiceto, purchè si assuma i seguenti obblighi: e cioè di conservare e mantenere in perpetuo il deposito mio e de’ miei cari avi, deposito che si trova ben conservato nel cimitero di detta parrocchia di San Giacomo di Lorenzatico; facendogli tutti quei restauri, tutte quelle spese, che necessiteranno alla perpetua conservazione e manutenzione del medesimo. Più l’obbligo di celebrare ogni anno n. 7 Messe in suffragio dei qui sepolti. E anche l’obbligo nel giorno dei morti 2 novembre di porre due lumi nel cimitero presso il deposito suddetto". Non è gran cosa, ma data la qualità ottima del terreno (il fabbricato colonico con stalla, fienile, appartamento con inquilino, e, a parte, forno, pollaio, porcile, ha bisogno di importanti riparazioni), sarà di sensibile utilità alla nostra chiesa. Riconoscenza doverosa perciò al testatore e ricompensa dal Datore di ogni bene! La sua salma e quella de’ suoi cari saranno custodite con ogni cura e con animo grato sempre!
A cominciare dall’autunno 1940 e per tutto l’anno seguente si è verificata in varie parti d’Italia la moria del pollame. Nel bolognese ha fatto strage pure, non esclusa la nostra parrocchia, dove moltissimi pollai furono spopolati, compreso quello di canonica, del quale appena la decima parte si è salvata.
Nell’autunno 1941 vennero demoliti i due piccoli manufatti in mattoni scoperti, che riparavano le paratoie della chiavica, della quale è rimasto il ricordo nell’abitazione attigua detta Chiavica, destinata a regolare l’afflusso dell’acqua del Samoggia per la tenuta Tassinara (al confine a sud del fondo Ca’ Rossa), a mezzo di uno scolo detto Condotto, costruito, pare, nel principio del secolo scorso, e che è stato di grande utilità per la tenuta, di cui seguiva il confine con quella di Lorenzatico; a capo della possessione Sant’Antonio abate sul confine del fondo San Luigi si biforcava: continuava in linea retta fino al Mascellaro, mentre l’altra parte volgeva a ponente fino alla strada di Cento, pure in linea retta, attraversando la Romitta.
Se ne fece uso fino al 1910, quando, per la vendita a lotti della tenuta Tassinara, i nuovi proprietari, dei quali ciascuno faceva da sè (d’altra parte il terreno coltivato fino allora a risaia e valle venne bonificato), se ne disinteressarono, anche perchè forse la sua manutenzione esigeva qualche spesa, ma la ragione principale del suo abbandono sta nel fatto che esso fu costruito, come detto, per l’irrigazione della valle e risaia, cui era destinata la parte verso la via Cento, ed anche la possessione Gaggio sulla via Biancolina in confine colla tenuta Lorenzatico. Difatti oltre le possessioni San Pietro, Sant’Egidio, Casa nuova, San Girolamo e San Giuseppe, era il terreno a ponente coltivato interamente a valle e risaia; e questa grande estensione riceveva l’acqua dal Samoggia a mezzo del Condotto, e così pure, come si è detto, la possessione Gaggio, ed anche, dicono, la tenuta Locatello in parrocchia di Zenerigolo. Abbandonato, nel 1910, il Condotto, in seguito è stato livellato quasi completamente l’argine del medesimo dalla parte della tenuta Lorenzatico, formandone belle costiere coltivate a canapa, frumento, ecc., con utilità evidente; e così si farà quasi certamente col tempo dall’altra parte; cosicchè a ricordare il Condotto resterà col tempo solo il ricordo e la sopraelevazione del terreno.
Così passano le cose del mondo. Anche le più utili e dispendiose!
A proposito del Condotto vien fatto di ricordare un fatto che ebbe importanza non poca per la nostra parrocchia; e fu la vendita della tenuta detta della Tassinara (si ignora l’origine di tal nome: c’è chi lo ripete dall’antica proprietaria di essa; così diceva il predecessore don Didimo Bortolotti, e con lui altri). Inizialmente la tenuta era stata offerta all’affittuario Antonio Buriani a condizioni, dicono, assai vantaggiose; ma egli, se ne ignora il perchè (chi dice perchè disgustato per affronti dovuti subire da parte di seguaci di nuove teorie - leggi socialismo - o per non far la figura di danaroso col contrarre sì forte impegno), declinò l’offerta, che in seguito, a mezzo di intermediari, venne fatta al Fanin ed altri, nella massima parte vicentini; vendita quindi a lotti, come si può vedere dalla copia del contratto.
E parve, questa immigrazione, bella cosa; e veramente queste nuove famiglie-possidenti si addimostrarono esemplari in complesso; ma poi rallentarono assai, e di non poche si dovè lamentare un decadimento religioso e morale sensibilissimo. Inoltre, qualcuna dovette alienare o in tutto o in parte la proprietà per non aver potuto far fronte agli impegni contratti per l’acquisto del terreno (non avendo voluto, o potuto o saputo adattarsi alle nostre coltivazioni redditizie, e specialmente alla canapa), di modo che la tenuta della Tassinara, magnificata quale modello di ordine e cultura, frazionata e coltivata in mille modi, è caduta in uno stato da non riconoscersi più; e così pure i fabbricati; e così pure il Condotto; e così finalmente è accaduto dell’ufficiatura dell’oratorio e dell’oratorio stesso, che solo dopo reiterate istanze venne, e non completamente, restaurato.
Il parroco pure ne risentì nei suoi diritti: rispettati dianzi scrupolosamente, in seguito non più, tranne pochissime eccezioni; ed egli ha dovuto, per evitar di peggio, transigere e contentarsi di quel che venivagli offerto.
Concludendo: moralmente, religiosamente, economicamente il passaggio di proprietà della tenuta della Tassinara nel 1911 ha segnato un passivo per la nostra parrocchia, la quale ha perduta la sua omogeneità e unità, che in passato, dicono, erano proverbiali.
Speriamo che il tempo abbia a rimediare!
Il 10 giugno 1940 l’Italia è entrata in guerra a fianco della Germania (che vi era già dall’agosto 1939) contro la Francia e l’Inghilterra, colle note vicende, che hanno segnata la sconfitta della prima di queste alla fine del giugno stesso. La crisi economica, la quale da tempo si faceva sentire, si è così aggravata sensibilmente; quantunque il governo abbia imposto il calmiere sui generi di prima necessità e sorvegli attentamente ogni campo, è avvenuto fatalmente che appunto nei generi di prima necessità si è verificato l’accaparramento vero e proprio, per cui beati quelli che possono disporre di abbondante denaro, mentre le classi meno abbienti si sono viste ridotte letteralmente alla fame o quasi.
Il razionamento è già in atto: grammi 150 di pane al giorno per persona, tranne lievi supplementi a seconda dell’occupazione di ognuno, razionata la carne, i grassi, l’olio, le uova (salite nell’inverno a £. 2.50-3-4-5 l’una!). Quindi crisi ancora del pollame di ogni specie per la mancanza del mangime (sono state vendute tre oche per £. 1000! Il prosciutto stagionato a £. 50 il Kg; un prosciutto £. 1000; un maiale appena macellato £. 30-40-50 il Kg).
Questo sconcerto economico ha portato purtroppo all’aggravamento della crisi morale, sia per le ingiustizie vere o supposte e i dislivelli nel campo dei rifornimenti annonari, sia pei richiami alle armi saltuarii e non per classe (per cui è avvenuto che non poche famiglie si son viste private di 4-5 membri, altre invece indenni); sia ancora perchè il popolo, avvezzo al star bene, era meno preparato a tante privazioni. Si aggiunga il dolorosissimo decadimento del costume, incominciato da lungo tempo, in tutte le classi ed età, non esclusi i fanciulli delle scuole, colla promiscuità dei sessi, colla poca o niuna vigilanza dei genitori (per cui nell’andata e ritorno dalla scuola sono lasciati in balia di se stessi); non parliamo poi della gioventù, dall’età critica in avanti, specialmente di quella femminile, con una moda di vestito e di tratto da fare arrossire anche i meno esigenti, e che porta, come è facile il pensarlo, frutti deleterii. I genitori, specie le mamme, dimentichi della loro dignità e doveri, non pensano ai figli, lasciati in balìa delle passioni, liberi di rincasare ad ora anche tardissima, anche le figliuole, coi frutti che si possono pensare!
Queste le condizioni alla fine del 1941 (e non solo alla fine) anche nella parrocchia nostra, condizioni che erano andate aggravando, con un crescendo impressionante, dal dopoguerra 1915-1918, conseguenza ed effetto nello stesso tempo della crisi religiosa: mentre (per non dire che di noi) la nostra parrocchia è stata un modello fino al 1936 di frequenza alla chiesa, ora non più: si è verificata una diminuzione di circa la metà. Purtroppo il sentimento di amore alla loro chiesa non lo sentono più i nostri parrocchiani; il centro di San Giovanni li attira, con tutte le distrazioni, dissipazioni, pericoli (fra i quali, non ultimo, il cinema), che sono evidenti e aggraveranno maggiormente il male che si lamenta sì grave.
Ma Iddio ha fatte sanabili le nazioni, dunque speriamo!
Alla speranza eccita anche la Crociata della purezza indetta in tutta Italia dalla Gioventù femminile di Azione cattolica dall’8 dicembre 1941 alla stessa festa dell’anno venturo; e che si presenta apportatrice di gran bene alla gioventù del gentil sesso.