In occasione dell’Anno Santo della Redenzione il card. arciv. dispose che la taumaturga e veneratissima immagine della B. Vergine di S. Luca visitasse i centri più importanti dell’archidiocesi: Castelfranco, Cento, Crevalcore, Medicina, Minerbio, Molinella, Monghidoro, San Giovanni in Persiceto, Vergato. A San Giovanni in Persiceto giunse la sera del 24 aprile, accolta in trionfo da immenso popolo, dai parroci, Pie unione, Confraternite, associazioni di Azione cattolica delle parrocchie del vicariato e limitrofe, con veglia notturna nella collegiata. La mattina del 25, festa di S. Marco, la nostra parrocchia si recò in pellegrinaggio in detta chiesa, gareggiando colle altre nella manifestazione di fede e pietà filiale verso la Vergine "presidio e decoro della Città e Diocesi di Bologna". Anche alla partenza del venerato simulacro, avvenuta alle 17 dello stesso giorno, prese parte la nostra parrocchia.
Il 18 maggio 1933 in occasione della presenza della Madonna di S. Luca nella metropolitana di Bologna ebbe luogo un pellegrinaggio col venerato Crocefisso di San Giovanni in Persiceto, mentre da altri centri sempre col Crocefisso altri pellegrinaggi ebbero luogo in giorni diversi. A detto pellegrinaggio prese parte anche la nostra parrocchia, intervenendovi il parroco assieme a vari confratelli della Pia unione del Sacro Cuore di Gesù in cappa, la Pia unione delle Madri Cristiane, associazioni di Azione cattolica.
Verso le 14.30 del 1 giugno 1933, festa del Sacro Cuore, si scatenò un furioso temporale con acqua torrenziale e grandine durato circa un quarto d’ora, causando la distuzione totale dei raccolti nella parte bassa della Tassinara verso la via Levratica, specialmente nella possessione San Martino, e nelle altre San Girolamo e San Giuseppe (e così in quasi tutta la parrocchia di San Matteo della Decima), nonchè nella parte già valle in detta direzione. Per avere un’idea del disastro qui avvenuto basti dire che nulla rimase: il frumento lo si dovette falciare; così pure dell’uva e della canapa nulla restò. Salendo verso il Condotto i danni furono un po’ minori, ma sempre gravissimi. Nel rimanente della parrocchia furono proporzionalmente meno gravi, fino a riuscire lievi nel quartiere Ranuzzi. La raccolta della primizia del frumento fu nulla per tutto il quartiere della Tassinara; in quello di Loreto lo stesso quanto ai fondi Sabbioni, Palazzetto, Cà Rotta, Chiavica, San Vincenzo Ferreri, Curtatone. Lo stesso fu della primizia dell’uva nei suddetti fondi; anzi ivi la vite fu tanto rovinata, che anche l’anno seguente il raccolto risultò assai scarso.
Nella primavera del 1933 fu restaurata la parte del solaio di canonica in corrispondenza delle due camere a mezzogiorno, sostituendo le sottomisure con tavoloni, per impedire l’accesso ai topi a detto locale adibito a granaio. La spesa fu di £ 186.80; altri lavori furono fatti ai fabbricati beneficiarii per un importo di £.51.50.
Nello stesso anno 1933 venne fatto l’impianto di siepe di biancospino al fondo Chiesa dal cimitero al confine col fondo San Pietro della tenuta Zenerigolo sulla via Boschi: occorsero 2000 piantine, che costarono £ 40. La manodopera venne prestata gratuitamente dal conduttore del fondo. Furono inoltre spese £ 39 per l’innesto di vari peschi negli orti di canonica.
La notte dal 3 al 4 settembre 1933 ignoti vuotarono il pollaio esistente nel sottoscala della canonica adiacente allo studio del parroco: furono rubate 24 pollastrine e 16 galletti, di razza livornese, causando un danno di £ 200 circa.