Cronistoria della parrocchia di San Giacomo di Lorenzatico - 1934

Avendo il Santo Padre Pio XI esteso per l’anno 1934 a tutto il mondo il Giubileo della Redenzione, durante i santi esercizi a cura della Pia unione del Sacro Cuore di Gesù tenutisi dal 2 al 7 gennaio si sono fatte al mattino e alla sera le visite stabilite per lucrare l’indulgenza giubilare, prendendovi parte con pietà esemplare numerosissimi fedeli.
Il 2 aprile, lunedì di Pasqua, verso le 15.30 si è scatenato un temporale durato mezz’ora circa, nel corso del quale scoppiò con fragore spaventevole un fulmine, che abbattè un alto pioppo nella possessione Luogo di mezzo della tenuta Lorenzatico, presso il Condotto, riducendolo, caso più unico che raro, letteralmente in briciole, delle quali in gran numero minutissime e proiettandole all’intorno, anche a notevole distanza. Il fulmine seguì il filo metallico che reggeva il pergolato della vite per tutto il filare, conficcandosi nel terreno alla fine di esso. Fortunatemente nessuna disgrazia a persona.
Verso le 7.30 della domenica 29 aprile 1934 durante la Messa parrocchiale si sviluppò per cause ignote un incendio nel fabbricato ad uso stalla, porcile, pollaio, forno di canonica, fatta costruire nel 1759 dal parroco don Giacomo Pistrozzi. In breve ora fu distrutta ogni cosa, salvando a mala pena il cavallo e i ruotabili. Il fabbricato quasi labente e non passibile di restauri (in passato non poco si era speso intorno ad esso dal parroco) era assicurato presso la Riunione Adriatica di Sicurtà per £ 10000, e si ebbe un risarcimento di £ 5958.90; mentre la società di assicurazione La cattolica risarcì il danno per la distruzione del foraggio, fascine, ecc. per £ 1227.90.
Alla fine del novembre 1933 si è demolito, perchè latente, il piccolo fabbricato del predio Gazzo ad uso forno, porcile, pollaio e portico sul pozzo. Poi venne intrapresa la costruzione di un fabbricato ad uso casella, magazzino per attrezzi agricoli, granaio, forno, porcile, pollaio a mezzodì del fabbricato ad uso abitazione e stalla. Pei fondamenti si è fatto uso del materiale ricavato dalla demolizione di detto piccolo fabbricato. Nella nuova costruzione si è usato materiale ottimo, e la si è terminata nel marzo 1934. Si è poi restaurata l’abitazione dello stesso fondo, rifacendo i muri esterni rimasti dopo l’incendio del 24 luglio 1922, perché logori dal nitro, fino all’altezza di m.uno all’incirca; inoltre, si è alzato il piano della cucina e chiusi i portici del cascinale a nord-ovest; si è fatto pure lo stanziolo, esso pure in pietrinfoglio. Infine si è rifatto il parapetto del pozzo in cemento. La spesa (comprese le serrande nel nuovo fabbricato e la tinteggiatura del medesimo, nonchè delle parti nuove nel fabbricato abitazione e stalla) è stata di £ 8040.90, senza contare la manodopera del conduttore del fondo, prestatosi gentilmente, e che può calcolarsi in £ 1000.
Nel maggio-giugno dello stesso anno 1934 venne costruito nel cortile della casa canonica a mezzodì, un po’ verso ovest, in confine col fondo Chiesa, con fronte verso la via Biancolina, un fabbricato ad uso stalla con rimessa, bucateria, legnaia, forno, porcile grande ed altri due più piccoli, due pollai, due gabinetti pel pubblico, in istile arieggiante il novecento. La costruzione è stata eseguita con materiale ottimo; e si è usato per le fondamenta e muri interni fino a un metro all’incirca del materiale ricavato dal vecchio fabbricato ad uso stalla distrutto dall’incendio il 29 aprile. La spesa è stata di £ 13868.70.
Nello stesso anno 1934 venne coperto a filo il tetto della casa canonica, impiegandovi 500 coppi nuovi, con una spesa di £ 318.
Nell’agosto 1934 si sono rifatti i pavimenti della cucina, salettina e magazzino del fabbricato fondo Chiesa, resi insalubri a causa dell’umidità dal sottosuolo. Si sono spese per materiale (ghiaia, mattoni, ecc.) £ 425.90.
Altri lavori edilizi sono stati eseguiti nel 1934 in canonica per £ 242. Inoltre si è fatto l’espurgo del pozzo fondo Chiesa, pel quale si sono spese £ 21.50. Sono state rinnovate in parte le gronde della canonica, spendendo £ 137. Si sono rifatte alcune chiaviche delle cavedagne del fondo Chiesa con tubi di cemento, con una spesa di £ 11.25.
Nel 1934 si sono fatti i seguenti impianti: n.39 frutti innestati nel cortile del fondo Chiesa per £ 58.50; n.86 piantine di vite per gli orti di canonica e pel fondo Chiesa, spendente £ 52.65.
Il 10 dicembre 1933, festa della Traslazione della Santa Casa, festa del "voto", è venuto in mezzo a noi mons. Giuseppe Antonio Ferdinando Bussolari, arcivescovo di Modena e abate di Nonantola, il quale ha celebrato la S. Messa della Comunione generale alle 8, dicendo belle parole di circostanza al Vangelo. Alle 11, dopo altre messe, è uscita la solenne in musica, celebrata dal segretario di sua eccellenza e accompagnata dalla schola cantorum di Santa Maria in Duno, con orchestra di sei violini. Per tutta la giornata è stato numerosissimo il concorso dei fedeli anche dalle parrocchie limitrofe. Sua eccellenza si è prestata gentilmente ed è stata oggetto di veneraziome pubblica e di applausi, specialmente alla partenza.
Il giovedì 20 settembre 1934 ha avuto luogo devoto pellegrinaggio al Santuario della Beata Vergine di Fiorano modenese. Vi presero parte 117 parrocchiani d’ambo i sessi, dei quali 98 della scuola di dottrina cristiana, e quindi vi parteciparono con viaggio in auto gratis, come premio per la frequenza e lo studio del catechismo; fra questi anche le insegnanti. Si giunse a mezzo di due autocorriere alle 8.30; ci aveva preceduti mons. Giuseppe Antonio Ferdinando Bussolari, arcivescovo di Modena e abate di Nonantola, il quale non volle mancare a questa manifestazione di pietà della sua parrocchia natale. Sua eccellenza degnossi celebrare la S. Messa, durante la quale quasi tutti i pellegrini si accostarono alla S.Messa e cantarono le parti brevi della messa degli angeli e diversi laudi ad onore della Madonna, diretti dal parroco e con accompagnamento dell’organo. Ricevettero in fine la benedizione della Madonna.
Prima di partire sua eccellenza volle ricevere parroco e parrocchiani, rivolgendo loro brevi parole di esortazione e compiacimento, mentre essi manifestarono come meglio loro fu dato il santo orgoglio di avere avuto in mezzo a loro sua eccellenza, che li benedisse e ammise al bacio del suo anello. Poi si consumò la colazione al sacco; si fece un’escursione nei dintorni, partendo poi per Modena, donde si fece ritorno nel tardo pomeriggio, colla gioia di aver compiuta opera santa, nonchè di averci procurato onesto sollievo.